Antioco
I gradi di azemena traduzione e note di Giuseppe Bezza |
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Dei gradi di infermità nei segni «I gradi di infermità nei segni sono i seguenti: nel Leone i gradi 18, 27, 28; nello Scorpione 9, 25; nel Sagittario 1, 7, 8, 18; nel Toro 6, 7, 8, 10; nel Cancro dal 9 al 15; nell’Acquario 18, 19; nel Capricorno dal 26 al 29. Quando la Luna si trova calante in questi gradi arreca infermità e malattie a chi nasce, glaucomi, reumi, ambliopie, lebbre, scrofule, epilessie e paralisi. A questi si aggiungano: la chioma nel Leone, gradi 27, 28; il pungiglione nello Scorpione da gradi 6 a 10, che ha la complessione di Marte e Saturno, ed il primo grado, che ha la complessione di Mercurio; il dardo nel Sagittario, gradi 6, 7; le Pleiadi nel Toro, gradi 5, 6, 7; l’urna nell’Acquario da gradi 16 a 19; la spina nel Capricorno da gradi 26 a 29». |
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La distinzione qualitativa dei gradi zodiacali, apparentemente provenienti dall’astrologia greco-egiziana, fu codificata in sei classi dall’astrologia araba, e quindi recepita nell’occidente medievale:
Gli Arabi hanno tradotto la designazione greca sinôtikai moirai, gradi di infermità, con darajât al-zamânat, i gradus azemena degli astrologi medievali. Zamânat è la malattia cronica e proviene da zaman, tempo, e muzmin significa sia qualunque cosa duri da lungo tempo, ciò che è annoso e inveterato, sia il male cronico e permanente. Da qui la definizione che si legge in un glossario medievale pubblicato da P. Kunitzsch, Mittelalterliche astronomisch-astrologische Glossare mit arabischen Fachausdrücken, München 1977, p. 32:
L’elenco di questi gradus azemena fu trasmesso, immutato, dai Greci agli Arabi e dagli Arabi all’occidente medievale. La permanenza di questi gradi, dal medioevo (cfr. Omar, Bonatti, Leopoldo) al Seicento (cfr. Schöner, Argoli infino a Fludd), portano quasi a supporre l’esistenza di una magica sfera celeste, ove dal corpo diafano emana un’entità parimenti diafana, causativa di un dato effetto. Si presuppone nei cieli un influsso occulto. Tuttavia, poiché quei gradi corrispondevano ai luoghi delle stelle al tempo di Tolemeo, con il passare dei secoli ogni corrispondenza è andata perduta. Antioco presenta un elenco simile a quello di Retorio, con solo due varianti numeriche e con l’accenno ad una corrispondenza di questi gradi con le stelle. Alcabizio definisce questi gradi con l’espressione bâb daraja al-zamâna, porta del grado dell’infermità. Che cos’è questa porta, bâb? Le espressioni greche sono sinôtikai moirai, gradi relativi all’infermità ovvero che la qualificano, e talora sinopoiai moirai, gradi che producono l’infermità. Il termine sinos porterebbe a ritenere che si tratta di un vizio, un difetto o congenito o permanente e non di una malattia o sofferenza, pathos. In ogni caso, il termine azemena, quale è stato recepito dall’astrologia medievale, conviene meglio agli effetti attribuiti a questi gradi. Non è infatti necessario che il danno fisico ad essi correlato sia congenito od acquisito, esso piuttosto si presenta con due caratteristiche: la cronicità e l’inguaribilità. Le stelle che occupano questi gradi sono o piccoli asterismi, formati per lo più da stelle minute o comunque assai vicine tra loro, o nebulose o ammassi aperti. In particolare, sappiamo che esse danneggiano la vista. E la loro prima relazione con il difetto visivo sembra essere data dall’analogia semplicissima che la loro osservazione affatica l’occhio, poiché sono difficili da percepire chiaramente. Tolemeo recensisce sette, tra nubeculae e asterismi, nella cui natura o complessione, krasis, troviamo uno dei due luminari:
L’elenco dei gradus azemena degli astrologi medievali segue quello arabo. Diamo qui un piccolo quadro sinottico, ove, accanto ai dati di Retorio, segnaliamo le varianti di Antioco e dell’Alcabizio (cfr. al-Qabîsî The Introduction to Astrology, ed. Ch. Burnett, K. Yamamoto, M. Tano, London Turin 2004, pag. 45).
Infine, la “tavola dei gradi di azemena”, nella sezione “strumenti”, riporta le longitudini di queste stelle ai tempi odierni e al tempo di Tolemeo. |
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