Anonimo dell'anno 379
Stelle lucide, passionali, nocive, soccorritrici. (1) traduzione di Giuseppe Bezza da CCAG V/1 pp. 194-211. |
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Quando in una genitura trovi la Luna accostarsi ad una delle stelle brillanti ed insigni ovvero quando essa è prossima all'uguaglianza in gradi e soprattutto quando la Luna si muove nella medesima direzione (2) della stella luminosa che è prossima per gradi alla Luna, queste condizioni creano le geniture grandi, splendide, insigni e opulente. Allo stesso modo, se una delle stelle brillanti è all'oroscopo o sorge al momento natale o ancora se è perpendicolare trovandosi alla culminazione o si trovasse in un altro angolo, produce i gloriosi, i potenti, coloro che hanno un comando, che hanno molte attività, che molto posseggono, che sono ben noti o temuti nelle città e nelle regioni. In particolare, i nativi avranno celebrità in quelle regioni che gli astri brillanti sovrastano ovvero in quelle in cui consorgono al tempo in cui qualcuno nacque, come è registrato nella tabella. Se sorgono all'oroscopo o culminano al sommo del cielo danno prosperità fin dalla giovinezza e nelle proprie città; ma se al momento natale una di queste stelle brillanti si trova nell'angolo del tramonto, produce il benessere soprattutto all'estero e intorno all'età media e nozze splendide e diverse e cospicue proprietà concede, segnatamente a causa di persone femminili. Se uno di questi astri brillanti si trova nel centro sotterraneo al momento del parto, arreca prosperità e benessere al nativo soprattutto nella sua vecchiaia e per depositi o crediti o legati fiduciari, poiché invisibile è questo luogo; la sua morte è insigne e a tutti nota: da questo luogo infatti si giudica della stima (3) dopo la morte del corpo. Queste cose siano dunque sufficienti per quanto concerne le dignità: di norma, ogni uomo che nasce al sorgere di una stella brillante o quando una tale stella è angolare o quando la Luna le si accosta, come predetto, al momento del parto, costui avrà vita splendida e illustre. L'operazione naturale di queste stelle è grandissima, mirabile e varia e gli effetti che portano a compimento sono diversi a seconda del mutare dei luoghi, onde è necessario esporre le osservazioni che i nostri predecessori hanno compiuto riguardo al loro temperamento peculiare. Ora, poiché ciascuna delle stelle inerranti ha intima relazione con i pianeti e con un loro consimile temperamento, ogni stella ha la medesima virtù e manda ad effetto le medesime cose dei pianeti, come dice lo Scrittore medesimo: non occorre considerare soltanto la commistione dei cinque astri e del Sole e della Luna tra loro, ma anche rispetto a quegli astri inerranti che condividono la loro natura (4). Queste considerazioni possono essere condotte secondo le familiarità che intrattengono con gli astri erranti e che sono dichiarate e registrate nella tabella, in quanto medesime sono le loro qualità efficienti e le virtù che mandano ad effetto. Non vi è dubbio che questa identificazione delle stelle inerranti non la troviamo che in pochi fra gli antichi, in particolare in coloro che hanno ragionato intorno a questa parte della previsione e alla scienza divina dei numeri. Ed invero alcuni fra gli antichi esposero la conoscenza e la qualità dei fenomeni in modo sparso ed oscuro. Dal nostro canto, abbiamo voluto preservarne la memoria a coloro che sono degni delle stelle e abbiamo preso dalla dottrina astronomica quanto di utile ha esposto Tolemeo in questa scienza. Abbiamo quindi elaborato e composto per primi questa tabella più recente e facilmente intelligibile, che mostra tutta la sapienza e la conoscenza dei fenomeni celesti. Doveva, a questo punto, seguire la tabella annunciata e che manca nel manoscritto Affinché la nostra esposizione non sia troppo verbosa e la tabella non appaia troppo oscura, iniziamo a dichiarare la virtù efficiente di ogni astro inerrante, avendo registrato nella tabella quale grado di longitudine occupava ogni astro al tempo del consolato di Olibrio e Ausonio (5), nel quale anno abbiamo composto il presente trattato. Invero, come ha mostrato il divino Tolemeo, le stelle si muovono di un grado in cento anni verso le parti che seguono gli equinozi e i solstizi (6). Inoltre, quale temperamento ha ogni stella, quale la sua latitudine o direzione (7) abbiamo esposto secondo quanto egli ha tramandato, affinché nulla sia trascurato nell'esposizione della tabella. Passiamo pertanto all'illustrazione della tabella. Coloro (8) che nascono al sorgere di Spica, la stella brillante che è nella mano sinistra della Vergine, che è nel grado 29 della Vergine e <giace> nello zodiaco medesimo, o quando sorge all'oroscopo la brillante della Lira, che si leva con il XX grado del Sagittario o quando sorge la brillante che è nella bocca del grande Pesce e che è nella parte australe <dello zodiaco> e consorge con il X grado dell'Acquario e ancora la brillante dell'Uccello è all'oroscopo, la quale consorge con il XII grado del Leone o infine la brillante della Corona boreale, che consorge con il XVI grado della Bilancia. Se una di queste stelle, ciascuna essendo del temperamento di Venere e di Mercurio, sorge all'oroscopo (9), non solo rendono i nativi noti, famosi e ricchi di risorse, ma anche assai eruditi, amanti delle dissertazioni filosofiche, eloquenti, creativi, perspicaci, ingegnosi, amanti della musica e delle arti, di buon cuore, piacevoli e dalla vita delicata, lieti, assennati e riflessivi, abili e fortunati. Apprendono assolutamente da soli e sono stimati per la virtù dei loro ragionamenti; hanno propensione per ciò che è virtuoso, sono ben parlati e hanno un eloquio gradito, sono amabili e ben temperati nei loro costumi, sono solleciti, posseggono l'arte del giudizio, sono generosi (10). Talora fanno i nativi promiscui e facili ad eccitarsi nei piaceri di Venere, se Marte, orientale sopra l'orizzonte, osserva una di queste stelle al loro sorgere. E se Marte fosse angolare, i nativi sono coinvolti in qualche guaio a causa di documenti o spinti dalla passione, soprattutto se, così essendo posto Marte, Mercurio (11) sorgesse. E se Venere o Marte, dal luogo dell'anticulminazione, osservano una di queste stelle al loro sorgere, nascono gli opposti dei casti e degli assennati e gli empi e quelli che sono impotenti nei piaceri di Venere o che hanno pochi figli o che hanno solo femmine. Nasce infatti grande differenza dalla diversa disposizione negli angoli di Venere e di Marte. Se Saturno osserva una di queste cinque stelle brillanti al suo sorgere, nascono i medici esperti, abili alla previsione, versati nei libri occulti e nelle iniziazioni ai misteri (12). Se Giove osserva una di queste cinque brillanti stelle al loro sorgere, arreca una più grande prosperità e comandi, gloria e potere (13). Vi è inoltre fra queste stelle una grande differenza: Spica fa gli interpreti delle cose sacre, i sacerdoti sommi e onorati o filosofi o gli interpreti ispirati di qualche mistero e soprattutto tra coloro che nascono nell'Ellade e nelle geniture femminili fa le sacerdotesse di Demetra ovvero della madre degli dei o di Core o di Iside o le interpreti delle cose sacre o esperte dei misteri o dei riti iniziatici o coloro che rifiutano alcuni alimenti e che sono grandemente soccorse dagli dei. Se sorge o culmina la brillante della Corona boreale fa i gloriosi, gli stefanofori, i sommi sacerdoti, gli amici dei re, dal corpo vigoroso e divengono celebri ed amati da molti. Se sorge la brillante del Pesce meridionale fa coloro che hanno pochi figli o non li hanno che tardivamente o che hanno soltanto femmine o ne sono affatto privi e sono assai eloquenti e di bell'aspetto (14). Se qualcuno nasce al sorgere della brillante che è nel cuore del Leone, che giace nel cerchio dello zodiaco a gradi 20 del Leone o al sorgere all'oroscopo di Arturo o Arktophylax, che consorge con il trentesimo grado della Vergine o con il levarsi della brillante dell'Aquila, che consorge con il settimo grado del Capricorno o ancora se qualcuno nasce al sorgere all'oroscopo di Antares, che giace nello zodiaco nel XV grado dello Scorpione, ciascuna di queste stelle avendo il temperamento di Giove e di Marte. Se pertanto una di queste sorge all'oroscopo ovvero si leva al momento del parto o culmina, fa coloro che hanno una tale disposizione illustri generali, che sottomettono regioni e città e popoli, coloro che governano, che sono portati all'agire, gli insottomessi, coloro che parlano schiettamente, che hanno il gusto della lotta, che conducono a termine i loro propositi, efficaci, virili, vittoriosi, che danneggiano i propri nemici, opulenti e forse ricchissimi, d'animo grande e ambiziosi (15) e generalmente non muoiono di buona morte (16); nascono inoltre gli amanti della caccia, i conoscitori e i proprietari di cavalli e quadrupedi. In seguito, se qualcuno nasce al sorgere della brillante che è all'estremità del piede sinistro di Orione, che consorge con il XXIII grado del Toro o della mediana delle tre che sono nella sua cintura, che consorge con il XXX grado del Toro o di quella che è sulla spalla destra dell'Auriga, che consorge con il V grado dei Gemelli o di quella che è nel ginocchio del Sagittario, che è nello zodiaco medesimo, al XIX grado del Sagittario o della brillante che è nel Gorgoneio di Perseo, che consorge con il secondo grado del Toro, tutte queste stelle essendo del temperamento di Giove e di Saturno. Se sorgono all'oroscopo, come abbiamo detto, in una genitura, i nativi molto posseggono e sono assai ricchi ed hanno possedimenti in diversi paesi e città e sono amanti della campagna (17) e abili al costruir case. E se la Luna osserva una di queste brillanti stelle al suo sorgere o al suo culminare nel giorno, i nativi hanno un'indole virtuosa e sono rispettosi degli anziani, hanno nobili sentimenti, sono generosi, tolleranti, assennati, amanti dei propri cari (18). In particolare, il sorgere o il culminare ad angolo retto della brillante che è nel ginocchio del Sagittario o di quella che è sulla spalla destra dell'Auriga fa coloro che lavorano con i quadrupedi o i carri od anche coloro che posseggono l'arte di guidare i cavalli e i carri (19). Se qualcuno nasce al sorgere del Cane, che consorge con il XX grado dei Gemelli o di quella che è nel capo del Gemello seguente, che giace nello zodiaco al XXIX grado dei Gemelli. Se pertanto queste stelle, che hanno il temperamento dell'astro di Marte, sorgono all'oroscopo, soprattutto in una genitura notturna, chi nasce è atto al comando, valente, energico, attivo, temerario, insottomesso, bramoso, duro ed altero, un duce militare, tirannico, glorioso. Ma se sorgono all'oroscopo in una genitura diurna fanno l'insolente, il crudele, colui che manca di pietà, precipitoso, rapace, agitato ed ebbro. Se culminano, fanno l'assennato, il misericordioso e generalmente non muore di buona morte. Se qualcuno nasce al sorgere della stella che è nella chela boreale dello Scorpione, che giace nel circolo zodiacale al XXV grado della Bilancia o di quella che è nella testa del Gemello precedente, entrambe del temperamento di Giove e di Mercurio. Se queste stelle sorgono all'oroscopo fanno i nativi amanti delle lettere, gli eruditi, gli oratori popolari, ingegnosi, amanti della musica e delle arti, che colgono nel segno, di bell'aspetto, capaci di molte attività, dignitosi, pii, religiosi, atti agli affari, molto conosciuti o coloro che acquistano grazie a relazioni o scambi fortunati oro e argento e altre ricchezze e che conservano il loro nobile sentire anche nelle sventure. Questo, segnatamente, in genitura diurna. Se sorgono all'oroscopo in una genitura notturna si pretendono sapienti e son millantatori ed affettati e simulatori, sono nondimeno eruditi, hanno buona memoria, sono atti all'insegnamento e son puri nei loro desideri. Se sorge all'oroscopo in una genitura la brillante che è nella spalla precedente di Orione che consorge con il XXVII grado del Toro o Procione, che consorge con il XXVII del Cancro o quella che è nella spalla destra di Orione, che consorge con il secondo grado dei Gemelli o la stella che è comune al Cavallo e ad Andromeda, che consorge con il XXI grado dei Pesci. Queste stelle sono del temperamento di Marte e di Mercurio e producono, segnatamente nelle geniture notturne, i capi militari, i valenti, gli energici, i versatili, gli scaltri, quelli che sono capaci di molte e svariate attività, gli assennati, dalla voce acuta, gli ingannevoli, coloro che hanno un felice esito, gli ostinati, coloro che sono impetuosi e insaziabili nei loro desideri, che corrompono sia fanciulli, sia fanciulle, spergiuri. Quando sorgono all'oroscopo in una genitura diurna fanno gli audaci, i feroci, coloro che sono portati al pentimento, i falsi, i ladri, i senza dio, privi di amici, simulatori, insolenti, si macchiano di omicidio, falsari, imbroglioni e talora non hanno una buona morte, soprattutto in genitura diurna (20). Se all'ora del parto si trovano al sorgere la brillante che è nel piede destro del Centauro, che consorge con l'XI grado della Bilancia o l'ultima del Fiume, che consorge con il terzo grado dell'Ariete. Entrambe sono del temperamento di Giove e di Venere e sorgendo al tempo natale fanno i nativi puri, piacevoli, graditi, amanti della musica, degli amici, pii, liberali e munifici, assennati, che amano ascoltare. Sono persone dal buon consiglio, d'animo nobile e maestoso, di buoni sentimenti, composti nei piaceri d'amore e sono grandemente favorite dalle donne, cercano la rinomanza e sono oneste e virtuose, i loro capelli tendono al biondo e hanno un bell'aspetto e un corpo delicato (21), segnatamente se osservano la Luna. Se qualcuno nasce al sorgere della brillante che è nella coda del Leone, che giace nel XXVII grado del Leone medesimo o di quella che è nel suo fianco, che si trova nel XVII grado del Leone o della brillante dell'Idra, che consorge con il III grado del Leone. Queste stelle sono del temperamento di Saturno e di Venere e se si levano nell'ora natale fanno i nativi prosperi, che hanno molti averi, ben noti e sono soggetti alle passioni, commettono oscenità o parlano mollemente (22). Fanno inoltre coloro che amano la virtù e che hanno parole severe verso i piaceri d'amore e con il trascorrere dell'età partecipano a qualche ufficio sacerdotale, coloro che sono stimati per una qualche pratica religiosa o per la padronanza di sè, coloro che rifiutano alcuni alimenti e che sono esperti dei libri occulti; divengono amanti delle scienze del cielo, i loro occhi sono alquanto glauchi (23) e scintillanti e il loro aspetto è bello. Se la brillante delle Iadi, che si trova nel circolo dello zodiaco, nel XV grado del Toro, sorge all'ora del parto. Questa stella ha il temperamento di Marte e di Venere ed è nel domicilio di Venere. Fa i nativi prosperi ed assai ricchi ed assogettano o governano città e regioni. E come questa stella e la posizione delle Iadi nel cosmo intero è la più facile a riconoscere per tutti gli uomini ed è la più appariscente, allo stesso modo coloro che nascono quando la brillante delle Iadi si leva ovvero è all'oroscopo sono di gran lunga i più gloriosi, più noti e più ricchi di tutti gli altri uomini. Le stesse cose produce quando è nel medesimo grado della luna al suo consorgere o al suo levarsi all'oroscopo. Ed invero, solo questa stella ha una forza duplice rispetto alle altre: quando infatti sorge, tramonta la stella luminosa di Antares che si trova grado per grado in posizione diametrale nel XV grado dello Scorpione, ed entrambe queste stelle sono nel circolo dello zodiaco. Hanno pertanto la facoltà di produrre grandi ed illustri condizioni sia nelle parti occidentali, sia in quelle orientali, sia in ogni altra regione della terra. Quando poi la stella di Antares si trova nell'angolo del tramonto, nel luogo che concerne le unioni, arreca, come abbiamo detto, grandi prosperità e ricchezze grazie alle donne ed invero le mogli di coloro che nascono in questa condizione sono insigni e assai ricche, tuttavia non longeve, poiché velocemente Antares tramonta essendo nel luogo delle nozze; E quando sorge all'orizzonte la brillante delle Iadi, che ha in sè la qualità efficiente dell'azione di Marte e di Venere, rende chi così nasce pieno d'ira e focoso nei suoi desideri e vigoroso (24) nei piaceri d'amore. D'altro canto, quando sorge all'oroscopo il luogo stesso delle Iadi, dall'XI al XV grado <del Toro>, produce per sua natura coloro che sono soggetti alle passioni nei godimenti, gli insigni, uomini dal bel collo. Questi giudizi sono stati da noi stabiliti dopo attente osservazioni in un sufficiente arco di tempo. Sovente, infatti, abbiamo notato natività insigni e di grande prosperità in assenza di alcuna considerazione che indicasse il bene. Abbiamo osservato natività grandi e felicissime ove né i luminari, né i <pianeti> benefici erano angolari, ma cadenti, sì da non poter giungere ad una retta comprensione senza l'osservazione delle stelle brillanti consorgenti agli angoli o alla Luna. Per questo motivo abbiamo esposto le diverse azioni delle stelle brillanti e insigni, non tralasciando che la sola stella di Canopo che, essendo molto australe, non appare nelle nostre regioni, in quanto le nostre osservazioni si svolgono alla latitudine di Roma. Noi, seguendo l'esposizione del divino Tolemeo, abbiamo avuto in animo di riportare i giudizi relativi all'azione e alla qualità delle 30 stelle brillanti. Ricordiamo pertanto coloro che hanno scritto intorno all'azione (25) delle stelle inerranti e alla virtù e delle immagini consorgenti: come sappiamo dai nostri predecessori, i Babilonesi e i Caldei furono forse i primi che ritrovarono la scienza dei fenomeni celesti. In seguito, Apollonio Mindio e Artemidoro. Scrisse su di esse anche Berosso e i suoi discepoli. E gli antichi Egizi ne fecero menzione e compirono predizioni fondandosi sulle stelle. Primo fra questi fu Ermete, che scrisse del levare di Sirio nel suo Degli effetti che gli astri producono nel mondo (26) , e Necaone e Cerasforo e Petosiride e Nechepso ed altri ancora, in diverse regioni, scrissero intorno alle stelle, in particolare Timeo ed Asclatione. Giovandosi di questi autori, coloro che vennero dopo osservarono in molti e diversi luoghi il sorgere, il coricarsi e gli altri segni indicativi che le stelle compiono ad ogni latitudine e ne registrarono, quasi quotidianamente, la qualità efficiente della loro azione: Metone e Apollinario ed Euctemone in Atene, Dositeo nella Ionia, Callippo nell'Ellesponto, Filippo nel Peloponneso e nella Focide e nella Locride, Ipparco in Bitinia. Ognuno di loro portò contributi alla conoscenza della virtù e della qualità dell'azione delle stelle. Invero, se al loro sorgere e nelle altre fasi mutano in una certa misura la costituzione dell'aria, a maggior ragione possono arrecare in noi le grandi prosperità o le situazioni avverse e talora la morte in forza del loro contatto con i significatori della vita (27). Antioco, Valente, Antigono, Eraisco e altri ancora scrissero molte e varie cose sulla loro virtù, come appare nei loro trattati. E Serapione, e Tolemeo che venne dopo di lui, composero giudizi sulle stelle. Tuttavia nessuno di quanti abbiamo nominato dedusse astronomicamente i luoghi che esse occupano attualmente, né la qualità efficiente del loro temperamento. Pertanto, dopo aver dichiarato le qualità e gli specifici effetti delle stelle brillanti, con un'esposizione che sia il più possibile conforme ai criteri naturali, trattiamo ora della qualità e dell'effettività di alcuni astri minori. Dei luoghi che suscitano passioni ovvero Vi sono nel circolo dei segni altri luoghi siti nelle membra delle figure ove non vi sono stelle di prima o di seconda grandezza, bensì minori e che hanno nondimeno una forza sufficiente e forse immutabile. Di queste si compie in special modo l'osservazione per quanto attiene alla parte passibile dell'animo e le infermità del corpo. Innanzitutto incorrrono nelle malattie dell'animo e nelle passioni quanti, uomini e donne, nascono allorché sorgono ovvero coascendono all'oroscopo le parti anteriori ovvero il volto dell'Ariete (28) a gradi 13 e 14 e le sue parti posteriori intorno ai gradi 25, 26, 27, 28 e le Iadi ovvero il volto del Toro a gradi 12, 13, 14, 15 ed inoltre le parti posteriori del Leone da gradi 25 a gradi 30 e il volto ovvero il muso del Capricorno intorno ai gradi 10 <e> 12. Quando questi luoghi, come predetto, coascendono e sorgono, spingono coloro che così nascono ad agire scostumatamente non solo verso le donne, ma anche verso i fanciulli e a prendere diletto nei piaceri contro natura e con donne che soggiacciono alla passione e soggette ai flussi (29) ed oscene (30); quanto alle donne che così nascono, vivono una vita indecorosa o prendono diletto con uomini osceni (31). Avendo pertanto la mente turbata dall'inalterabile moto degli astri, gli uomini e le donne peccano nelle relazioni per l'impeto delle voglie, trattandosi nei modi più diversi e usando piaceri contro natura. Ora, se la stella di Venere si trova in uno di questi segni enigmatici, Ariete, Toro, Leone e Capricorno, osservata da Marte o da Saturno, stando nelle membra o luoghi dei segni che, come abbiamo detto, suscitano passioni, chi così nasce è travolto dai più turpi trasporti. Se ciò avviene in modo manifesto o nascosto, è indicato dal sorgere o dall'occultarsi dagli astri medesimi che producono tali affezioni, intendo Venere o Marte o Venere e Saturno, in particolare quando sono configurati in modo avverso, mediante quadratura o diametro o quando uno di essi sorge o culmina: allora, in verità, i nativi sveleranno le loro passioni in modo pubblico e notorio. E così ome non può sussistere l'usare piaceri contro natura, se prima non si compisse il desiderio della passione e l'ineluttabilità del destino (32), allo stesso modo la sordida percezione del piacere dei desideri fa soggiacere taluni a complicazioni, inganni, perdite, inimicizie e condanne, se l'astro di Giove non allontana parte dei mali testimoniando in qualche sorta la stella di Venere. Se al contrario sono occultati dal Sole od occidentali (33), la stella di Venere segnatamente, le impudicizie sono compiute di nascosto o sotto la protezione di qualcuno e rimangono insospette o suscitano l'incredulità in chi ne viene a conoscenza; indicano comunque che le donne stesse sono tribadi e si concedono oscenamente agli uomini; ed invero, essendo come accecati per forza, il loro intelletto è sopraffatto dalle brame e vi è in essi un desiderio irrefrenabile che fa ribollire le loro brame e dà libero corso alla libidine. È possibile comprendere e riconoscere questa tale forza mediante la commistione delle stelle. Se infatti Marte e Venere sono mattutini ed osservati da astri malefici, fanno coloro che così nascono abbietti, che commettono apertamente e sfrontatamente ignominie; sovente costoro non si limitano a compiere atti di libidine con uomini e con donne, ma anche con animali, quadrupedi o in altro modo. E se Venere si trova nel cardine sotterraneo o nell'occiduo, osservata da Marte o da Saturno, o Marte stesso si trova nei gradi che tramontano, soprattutto nei segni servili, come abbiamo detto, fanno gli spadoni, gli eunuchi o coloro che hanno i condotti impediti (34) o gli sterili o coloro che si astengono dai piaceri venerei a causa di un voto religioso o per superstiziosi timori e coloro che si comportano con biasimo negli atti d'amore. Dei gradi che producono infermità ovvero dei luoghi che affliggono la vista Molti dei nostri predecessori hanno dichiarato che gli astri malefici, opposti o in quadratura ai luminari o ad essi uniti nei gradi o nei segni che sorgono dopo, danneggiano la vista: soprattutto se Saturno, in una genitura notturna osserva in tal modo la Luna calante o quando Marte, in natività diurna, è configurato in simile modo alla Luna crescente, sia per unione corporale, sia per opposizione, sia per quadratura e ancora quando, essendo gli astri malefici angolari, i luminari sorgono dopo di essi. Saturno porterà intorbidamento della vista per umidità o cataratta o raffreddamento, Marte per colpi o ferite o per fderro o per fuoco o ancora produce accecamenti per flussi ardenti; e se è configurato a Mercurio e osserva, nel modo predetto, il Sole o la Luna, significa l'evento nelle palestre, nel corso di eserizi atletici o negli agguati (35). Inoltre, alcuni fra gli antichi aggiunsero determinate considerazioni, che noi stessi confermiamo. In alcuni luoghi, fra le membra dei segni, vi sono densità nebulose, moltitudine di piccole stelle e consistenze pressoché oscure, così come ci appaiono all'osservazione. Presso questi luoghi, la Luna, quand'è nel vincolo e soprattutto quando cala di luce o sorge all'oroscopo ed altresì quando il Sole si trova in simile disposizione, danneggiano gli occhi ed oscurano la vista, pur senza la testimonianza di astri malevoli. Sono questi luoghi la nubecula del Cancro, che si trova tra gradi 11 e 14, le Pleiadi del Toro, da gradi 4 a 6, la freccia del Sagittario, intorno al settimo grado del Sagittario medesimo, la nebulosa che è presso l'occhio del Sagittario, che è nel XVIII grado del medesimo segno, il pungiglione dello Scorpione, che è nel XXX grado di questo segno, le trecce del Leone, l'australe a gradi 27, la boreale a gradi 30 della Vergine, l'urna dell'Acquario da gradi 17 a 18 e la spina del Capricorno da gradi 25 a 28 (36). Se Saturno o Marte osservano la Luna o il Sole che si trovano in questi luoghi <o> anche se uno di essi fosse nei gradi di cui abbiamo fatto menzione e si trovasse angolare e si portasse verso i luminari, in particolare se si trova nel luogo del tramonto o nell'oroscopo, chi così nasce avrà gli occhi danneggiati per sempre, se Giove o Venere non osservano gli astri che producono la causa o i luoghi o i decani, quali abbiamo esposto nella tabella e che sono altresì contenuti nel libro di Ermete in cui sono annotate molte cose riguardo alla iatromatematica. Infatti gli astri malefici, posti in determinati decani, inviano malattie ed infermità loro proprie e in quelle parti del corpo che ciascun decano signoreggia, soprattutto se nelle natività notturne Saturno signoreggia il luogo natale delle infermità e Marte nelle natività diurne: in questo modo le infermità giungono alla loro manifestazione e le malattie divengono difficili a curarsi. Se coloro che inviano le malattie sono sovrastati o irradiati dagli astri benefacenti, intendo Giove, Venere o Mercurio, queste sono curabili e non pervicaci, mediocri e facili ad alleviarsi, e talora possono essere rimosse, soprattutto se uno degli astri benefacenti, essendo orientale, osserva i luoghi che producono la causa. In particolare, la stella di Giove suole nascondere le infermità e mitigare le malattie grazie alla ricchezza o al soccorso umano. E se la stella di Mercurio osserva unitamente a Giove, in qualsivoglia modo, i decani o i luoghi di cui abbiamo fatto menzione, i mali sono allontanati o mitigati per il soccorso dei medici e per la convenienza delle medicine. E quando la stella di Venere, essendo mattutina, osserva i luoghi causativi, fa sì che le infermità non siano deformi e cura le malattie tramite l'intervento divino o il responso di oracoli o grazie ad amuleti o sacrifici espiatori o tramite qualche voto o preghiera. Se infine la sola stella di Mercurio osserva l'astro malevolo che non acconsente alla propria fazione, ed è ben posto, porta una qualche assistenza alle malattie od anche un guadagno in virtù delle infermità medesime (37). In particolare, alcuni segni e stelle inerranti, ove si trovino nel grado del luogo degli dei o in quello dell'angolo sotterraneo o ancora quando sorgono all'oroscopo, concedono a chi nasce grandi soccorsi per l'apparizione divina o tramite sogni. Quando pertanto troviamo così disposto lo Scorpione, segnatamente il grado XXVII ove è la brillante di Ofiuco, che cura i nativi per l'apparizione o la virtù di Asclepio o Serapide o per la convenienza di ottimi medici (38). Quindi Spica nella Vergine al grado XXIX, sana per l'apparizione della Madre degli dei o di Core o di Afrodite o di Igea (39). La brillante che è nel capo del Gemello precedente, che è nel XXVI grado dei Gemelli, ove si trovi, come abbiamo detto, sette gradi prima (40) del luogo degli dei o dell'angolo sotterraneo o sorgendo all'oroscopo porta il soccorso di Ermete Telesforo o di Apollo. Se troviamo così disposta la brillante che è nella testa del Gemello seguente, che è al XXIX grado dei Gemelli, segnatamente nelle geniture notturne arreca il soccorso e l'apparizione di Eracle, nelle diurne (41) dei Dioscuri. Se nei luoghi predetti si trova la brillante del Cane, che consorge con il XX grado dei Gemelli, concede, segnatamente nelle geniture notturne, il soccorso o l'apparizione di Ecate o di Ares stesso o di Anubis o tramite offerte o il fuoco o il sangue o i sacrifici espiatori. Le stelle che sono nelle corna del Capricorno e i Capretti e la Capra, nei luoghi predetti, portano il sostegno o le apparizioni di Pan o di Mercurio, segnatamente quando un pianeta benefico osserva i luoghi menzionati. Nei luoghi che abbiamo menzionato anche ciascun pianeta, segnatamente quelli che sono volti al ben fare, secondo la propria natura e virtù suscitano apparizioni e soccorsi. Nelle natività diurne, Saturno suscita le proprie visioni o quelle che provengono da Plutone e Poseidone e arreca soccorsi dalle qualità contrarie delle proprie piante e rimedi da altre sostanze. In una genitura notturna, ben disposto (42), porta visioni che provengono dai morti o da sintomi (43) o dal timore degli dei. Marte, infine, apporta <visioni e soccorsi> propri alla sua natura, vantaggiosi nella notte, spaventosi, avversi e dannosi nel giorno (44). NOTE 1. Questo testo fu pubblicato da F. Cumont nel primo tomo del quinto volume del Catalogus Codicum Astrologorum Græcorum (CCAG), pp. 194-211. È compreso negli scritti di Retorio (Rhet.), VI secolo, e viene ripreso da Teofilo di Edessa (CCAG V/1 pp. 212-217). Tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo appare in una redazione che presenta alcune chiose (EP). L'elenco di queste trenta stelle brillanti diviene formale, ad una certa epoca, nei giudizi di astrologia: nel Vaticanus græcus 208, fo. 130v, l'elenco di queste stelle è accompagnato dalla seguente glossa: "Queste sono le trenta stelle brillanti di cui ci serviamo nella predizione degli eventi in conformità alle regole del grande Tolemeo..." (D. Pingree, The Astrological School of John Abramius, Dumbarton Oaks Papers, 1971, pag. 209). Il Medioevo latino ha conosciuto un testo simigliantissimo (VL), che è la traduzione di un originale arabo, ove le stelle brillanti sono denominate beibeniæ e con questo termine entrarono nel lessico astrologico medievale. Nel suo Lexicon mathematicum, Gerolamo Vitali dice che beibeniæ sono le stelle principali delle immagini stellate, in particolare i loro cuori e le stelle di prima grandezza (Lexicon mathematicum, astronomicum, geometricum, Parisiis 1668, pag. 84. Cfr. il commento ascritto a 'Alî ibn Ridwân, ma opera di ibn al-Dâya, al centiloloquium pseudo-tolemaico, v. 27: "Beibenie, id est fixe qui sunt corda fixarum, sicut cor tauris et cor leonis et cor scorpionis, sc. ille que sunt in orbe signorum ex prima magnitudine"). Al-Bîrûnî riconduce questo termine al neopersiano biyâbânî o stelle del deserto, nome che i Persiani avrebbero dato ad alcune stelle brillanti, poiché il trovare la retta via nel deserto dipendeva da esse (Al-Bîrûnî, The Book of Instruction in the Elements of the Art of Astrology, ed. R. Wright, London 1934, pag. 46, § 125). Purtroppo, questa suggestiva etimologia è falsa e il nome deve essere ricondotto al medio persiano (pahlavi) a-wiyâbân-îg, che designa l'assenza di movimento, l'essere fisso (Cfr. W.B. Henning, An Astronomical Chapter of the Bundahishn, Journal of the Royal Asiatic Society, 1942, pag. 229; P. Kunitzsch, Stelle beibenie - al-kawâkib al-biyâbânîya. Ein Nachtrag, Zeitschrift der Deutschen Morgenländischen Gesellschaft, 1981 (131, 2), pp. 263-267). Sigle EP: Excerpta Parisina, CCAG V/1 217-226 2. katà tòn ánemon tòn autón. Ánemos,ventus, indica una direzione nello spazio e, nella sfera celeste, una coordinata che può essere indifferentemente di latitudine o di declinazione. L'autore intende che la Luna si applichi ovvero si accosti per longitudine ad una delle stelle brillanti, avendo la sua medesima deviazione dall'eclittica. 3. Testo: ghénesin, Cumont suggerisce timên. 4. Cfr. Tolemeo, quadr. 2,8: "Iniziamo pertanto con il dichiarare il carattere peculiare efficiente di ciascuno degli astri erranti; ma dobbiamo anzitutto premettere, quale avvertimento preliminare, che ogni qualvolta parliamo in generale di un dato temperamento delle cinque stelle si deve altresì intendere della qualità efficiente di ogni natura simile, sia che si consideri il pianeta medesimo per quanto è della sua propria costituzione, sia l'una delle stelle inerranti, sia l'uno dei luoghi dello zodiaco per quanto è del loro proprio temperamento. Ciò, d'altronde, non è dissimile dal fatto seguente: che le definizoni non sono proprie delle stelle in sè, ma della natura e della qualità loro.6 Inoltre, nelle commistioni, non si deve considerare soltanto la mistione degli astri erranti l'uno rispetto all'altro, ma altresì la mistione rispetto a quanto è partecipe della medesima natura, siano gli astri inerranti, siano i luoghi dello zodiaco; e ciò in virtù della loro affinità rispetto ai pianeti, che già abbiamo dichiarato". 5. Decimus Magnus Ausonius e Q. Clodius Hermogenianus Olybrius furono consoli nel 379 d.C. 6. eis tà hepómena tôn tropikôn sêméiôn. Sêméia tropikà ; sono puncta conversiva e designano sia i solstizi che gli equinozi. 8. Qui inzia il testo di EP e Rhet., preceduto da una breve introduzione: "Della virtù delle stelle inerranti. Ritenni necessario esporre inoltre la virtù e l'azione delle stelle inerranti, poiché grande è la loro forza quando sono nel medesimo grado degli angoli e dei pianeti e, come dice il dotto Giuliano nei suoi Apotelesmata, sembrano formare natività illustri (perodóxous , Rhet.: paradóxous, mirabili) e singolari. I luoghi delle stelle inerranti sono per l'anno 600 (884) dall'era del regno di Diocleziano, sia per la loro longitudine, sia per la loro latitudine". Quest'ultima frase non compare in Rhet. 9. Rhet.: Quando questi astri sono nel medesimo grado dell'oroscopo o del sommo del cielo... 10. VL aggiunge: "E questo quando Saturno è sopra l'orizzonte orientale ed osserva Venere. E se una di queste stelle è all'ascendente, il nativo acquista sapienza ed autorità politica o civile, a condizione che Saturno non sia all'ascendente. Se invece Saturno fosse con una di queste stelle all'ascendente, chi nasce inclina ai banchetti, al godimento, al bere, al giacere con le donne. E se Saturno fosse all'ascendente con il Sole e Venere fosse nel quarto luogo, o ancora se Saturno fosse con Venere o con una di queste stelle nel decimo luogo, il nativo non avrà buona sorte e nessuna delle cose predette sono nella sua natura, giacché egli sarà freddo o uomo impotente nel coito o ancora tutti i suoi figli saranno femmine. Invero codeste stelle volgono al male quando ad esse si uniscono, negli angoli, Saturno e Venere". 11. Vi è qui una breve lacuna, Kroll suggerisce Hermês. Le lezioni che presentano Rhet. e EP sono inintelligibili: eàn málista, hoútôs ôn Árês, pròs hêlion hôronomêsêi (Rhet.). eàn málista Árês pròs hêlion hôronomêsêi (EP). 12. VL aggiunge: "E se queste stelle osservano Saturno e Venere dal settimo luogo, il nativo sarà sapiente nella medicina...". 13. VL aggiunge: "E se trovi Mercurio con una di queste stelle all'ascendente o nel decimo luogo, il nativo sarà profeta ed apparirà grande agli occhi degli uomini e sarà filosofo, inventore delle scienze e ha conoscenza di ogni cosa, massimamente di quelle scienze originarie della regione di Babilonia. E se la natività fosse notturna, e Mercurio posto in tale modo e Marte fosse nel sesto luogo da Mercurio, destro rispetto all'ascendente, il nativo sarà idolatra e celeberrimo e dirà parole profetiche e compirà miracoli e Dio in questo è più sapiente". 14. EP inserisce qui un'aggiunta che pare una glossa: "Quando queste stelle inerranti si trovano con il Sole o la Luna o la sorte di fortuna al culmine superiore, quelli che hanno temperamento di Venere e di Mercurio giovano alla questione dei servi, soprattutto se Giove si unisce o si configura ad essi ed altresì se Marte dà la virtù a Giove. La Corona boreale indica i chierici e i metropoliti. Il grande Pesce rallenta l'esito dell'iniziativa, ma la rende bella. Le stelle che hanno il temperamento di Marte e di Giove sono ottime per la carica di governatori, re e duci militari, a uomini indomiti, militari, satrapi. Quelle che hanno il temperamento di Saturno e di Giove sono favorevoli al porre le basi delle fondamenta dei templi, delle città, delle case e simili. Quelle che hanno il solo temperamento di Marte sono propizie alla rapina, al brigantaggio e alla spedizione militare. Quelle che hanno il temperamento di Giove e di Mercurio convengono alle azioni pie, religiose, al pubblico governo. Quelle che hanno il temperamento di Marte e di Mercurio convengono alle arti meccaniche, agli inganni, agli omicidi, ai falsi, alle disgrazie. Quelle che hanno il temperamento della sola Venere (il Centauro, il piede della donna incatenata, il piede sinistro della donna) convengono agli animi generosi, benevoli e privi di inganno e che sono onesti nei loro consigli e alla promozione di uomini semplici, singolari e di umile natura. Quelle che hanno il temperamento di Saturno e di Venere (la mano tinta, quella che è seduta sul trono, la testa di Ofiuco) convengo alle felici acquisizioni di circostanze che provengono da un torto e che sono segrete. La luminosa delle Iadi conviene ad un uomo che molto possiede, potente, prospero, ricchissimo, che assoggetta città. E se Marte è opposto, conviene alle satrapie". "La mano tinta": chéir bebamménê, corrisponde a beta Cassiopeiæ, che è denominata da as-Sûfî al-kaff al-khadîb (Sûfî 83). 15. Rhet. agiunge.: philokálous. 16. VL: "Et morietur bona morte". 17. VL: "Amator quietis et letitie et amat quod bene dicatur de eo". 18. VL: "Et si luna aspexerit aliquam ex illis et fuerit luna in ascendente vel decima erit pietate plenus et ornamento simplex et fortunatus, patiens iniuriarum, sapiens in omnibus, amat homines et amatur ab eis". 19. VL: "Et dixit Hermes quod illa que est in Sagittario licet habeat omnia ista in se, tamen natus amat aves et bestias et erit bonus equitator et habebit domum in qua habebit aquilas et aves multas; et deus est sapiens in illo". 20. nykterinês è da correggere in hêmerinês. 22. VL: erit turpis facie, verborum humidorum, amator plantarum et arationum et seminum et edificiorum, fornicator in rebus mulierum. 24. diaphórôs corresse Kroll, seguendo Rhet., cui si deve dare la seconda eccezione di "eccellentemente", cfr. VL: fortis in opere venereo. Il testo ha diaphórous , EP: adiaphórous. 25. perì tês tôn aplanôn <energheías>; Cumont suggerisce: pháseôs. 26. en tóis kosmikóis apotelésmasi. 27. katà tàs tôn aphetôn kollêseis. Tutto il passo è curiosamente simigliante alla chiusa delle Phaseis di Tolemeo: "Di tutte queste apparizioni ho descritto e ordinato gli annunci secondo gli Egizi, Dositeo, Filippo, Callippo, Euctemone, Metone, Conone, Metrodoro, Eudosso, Cesare, Democrito, Ipparco. Fra tutti costoro, gli Egiziani hanno osservato qui da noi, Dositeo in Cos, Filippo nel Peloponneso, nella Locride e nella Focide, Callippo nell'Ellesponto, Metone ed Euctemone in Atene e nelle Cicladi, in Macedonia e in Tracia, Conone e Metrodoro in Italia e in Sicilia, Eudosso, in Asia, in Sicilia e in Italia, Cesare in Italia, Ipparco in Bitinia, Democrito in Macedonia e in Tracia", cfr. Cl. Ptolemæi Opera astronomica minora, ed. J.L. Heiberg, Lipsiæ 1907, pag. 66,23- 67,11. 28. Scorpione nel testo, lettura evidentemente falsa, l'elenco dei segni enigmatici comparendo due volte nello scritto. 29. gynaixìn pathêtikáis kái rheumatikáis. rheumatikós, fluxionibus obnoxius, è inteso dal Kroll: "profluviis albis laborans". 30. Traduco con "oscene, osceni" aischropoiós, che designa in particolare il fellator. 31. Cfr. Tolemeo, quadr. 4,5: "Quando le predette configurazioni non si producono in segni congeneri, ma in luoghi e in volti femminili, fanno coloro che sono proclivi alle cose di Venere, trasportati dai sensi ed inclini ad ogni costume, e all'agire e al patire. In alcune immagini creano inoltre gli osceni, come nelle parti anteriori e posteriori dell'Ariete e nelle Iadi e nell'urna <dell'Acquario> e nel muso del Capricorno. Se queste configurazioni sono angolari nei primi due cardini, l'orientale e il meridionale, svelano intieramente tali passioni e le esibiscono nei luoghi pubblici; ma se sono nei due cardini ultimi, l'occidentale e il settentrionale, creano gli spadoni, colori che son privi dei testicoli, gli sterili e quanti hanno i canali genitali atrofizzati; e se la stella di Marte è presente i maschi sono castrati, le femmine sono scostumate e son dette tribadi". Riguardo all'urna dell'Acquario, kálpis, cfr. la versione latina del testo di 'Alî ibn Ridwân: "Sunt quidem he figure principia leonis et arietis, necnon quod grece littere l vocatur, et hec est eius forma l cuius una stellarum aldebaran appellatur; est etiam illud quod grece vocatur calcas et est finis leonis, facies quoque capricorni inter easdem figuras numeratur". Dove calcas et est finis leonis non indicano il medesimo asterismo, ma due distinti. 32. Cfr. Liber Hermetis (Gundel 96,20): "Oportet autem eos prius passionis desiderium adimplere necessitate fati". 33. hypò krypsin toû hêlíou dytikoì óntes. Dytikoì è inteso nell'accezione tolemaica di occidentali rispetto al Sole, come prima orientali, anatolikoí, cfr. Bezza, 124ss. 34. Kroll: apokópous ; testo: akópous. 35. Cfr. Tolemeo, quadr. III, 13: "O ancora quando le stelle di Marte e di Saturno, essendo orientali, postascendono al luogo della Luna, essendo essa angolare ed occidentale; o ancora quando, essendo il Sole angolare, le malefiche stelle sorgono prima di lui. Se poi le malefiche si configurano ad entrambi i luminari, siti, come è stato detto, nei medesimi segni od opposti, essendo mattutini rispetto al Sole, vespertini alla Luna, provocano lesione ad entrambi gli occhi. La stella di Marte produce accecamenti per ferite, percosse, ferro, infiammazioni; configurata all'astro di Mercurio, ciò avverrà nelle palestre, nei ginnasi, negli agguati dei briganti. La stella di Saturno per cataratta, raffreddamento, glaucoma e simili". 36. Cfr. Tolemeo, ibid.: "Si produce un danno alla vista, ad uno degli occhi, quando la Luna si trova di per sè negli angoli predetti, o unita al Sole o piena, o quando si trova, rispetto al Sole, in un'altra delle figure che hanno proporzione, applicandosi inoltre ad una delle conformazioni nebulose che sono nello zodiaco, quali la nebulosa del Granchio, le pleiadi nel Toro, la freccia nel Sagittario, il pungiglione dello Scorpione, le parti del Leone presso la Chioma di Berenice o l'urna dell'Acquario". 37. Cfr. Tolemeo, ibid.: "Così stando le cose, se nessuna benefica stella si configura alle malefiche che producono la causa o ai luminari posti in un cardine, le infermità e le malattie divengono insanabili ed opprimenti; allo stesso modo se, pur configurandosi, sono sovrastate dalle malefiche nella loro forza. Ma se le stelle benefiche, essendo nelle configurazioni che hanno forza, sovrastano le malefiche che producono la causa, le infermità non saranno deformantri o vergognose, le malattie modiche, facili ad essere alleviate e talora anche rimosse, se le benefiche sono orientali. La stella di Giove suole dissimulare le infermità e mitigare le malattie per soccorsi umani e grazie a ricchezze e ad onori; unitamente alla stella di Mercurio, grazie all'assistenza di farmaci e alle cure di buoni medici; la stella di Venere, per il pronunciamento degli dei e degli oracoli, rende in certo qual modo le infermità più aggraziate e piacevoli ed allo stesso modo le malattie saranno più facilmente alleviabili per le cure divine. Infine, se la stella di Saturno è presente, la guarigione avverrà dopo esposizione e confessione e simili cose. Se lo è la stella di Mercurio, mediante assistenza e non senza un certo proficuo che proviene dalle stesse infermità o malattie". 39. È questa la lectio di Rhet. che è più completa e corretta. Il testo reca: dià Mêtròs theôn ê Kórês ê Aphrodítês hyghéias apoteléi. 40. prò z moirôn. Questa condizione non si trova né in EP, né in Rhet. Cumont ritiene che si debba intendere: entòs heptà moirôn apò toû tópou. Ma non si può escludere che la forma originaria di questa condizione fosse così espressa: prò ê metà heptà hêmerôn, in analogia all'apparizione e all'occultazione di una stella, cfr. Abenragel 33r; CCAG II, 190,26, V,3 88,12, VIII,1 240,10 (Retorio), VIII,4 208,13 (Retorio), Paulus Al. 76,3; Doroteo 1,27,24; 3,1,6. 41. Questa precisazione è presente solo in EP. 42. Il testo ha kakôs kéimenos; correggo in kalôs seguendo Rhet., EP. 43. epistêmôn , Rhet.: episêmasiôn , EP: gynaikôn episêmôn. 44. È questa la lectio di EP, simile a quella di Rhet., che pongono phoberá, spaventosi, alle qualità del giorno. |
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