Il motivo fondamentale dell'errore di Morin e degli astrologi (quasi tutti) che sino ad oggi ne hanno condiviso il pregiudizio (14), risiede, con ogni probabilità, in una comune valutazione fuorviante dei segni astrologici, assunti come simboli senza relazione coi moti della natura e, insieme, come entità reali. In realtà, i segni non esistono. Essi sono stati stabiliti nella fascia temperata, dove maggiormente le stagioni si possono percepire in tutte le loro variazioni e sfumature, in tutti i loro effetti sul mondo, in virtù del "comportamento" del Sole rispetto all'osservatore. A partire dagli equinozi, cioè dai punti d'intersezione dell'eclittica con l'Equatore celeste, quella dodicesima porzione (dodecatemorio) dello zodiaco immateriale i cui gradi hanno tutti declinazione Nord rispetto al Polo elevato di riferimento, si chiama (è stata chiamata) Ariete (15) (fig. 4) e va da sé che per i segni che seguono, sino ai Gemelli compresi, fino al solstizio estivo, la declinazione non può che aumentare (quando il Sole aumenta la durata del giorno, ha necessariamente declinazione Nord e crescente - se il Sole ha declinazione Sud, il suo arco diurno non può che essere minore dell'arco diurno equatoriale, quest'ultimo sempre costante - vedi tavola 3 e tavola 2).
Figura 4 a - Costellazioni e segni zodiacali, osservati dall'emisfero Nord terrestre.
La costellazione dello Scorpione è visibile (XX sec. d.C.) nel segno del Sagittario,
ovvero tra 240° e 270° dopo l'equinozio primaverile Nord.
Figura 4 b- Costellazioni e segni zodiacali, osservati dall'emisfero Sud terrestre.
La costellazione dello Scorpione capovolta è visibile (XX sec. d.C.) nel segno dei Gemelli
ovvero tra 60° e 90° dopo l'equinozio primaverile Sud.
Dal punto di vista astronomico, le due fondamentali caratteristiche dei segni, in quanto "memoria luminosa" del Sole, sono l'una in rapporto agli equinozi (declinazione Nord o Sud), l'altra relativa ai solstizi (velocità ascensionale). All'equinozio di primavera comincia la declinazione Nord del Sole (positiva, sopra l'Equatore celeste) e va crescendo fino al solstizio d'estate (Ariete, Toro, Gemelli); poi, essa diminuisce progressivamente sino all'equinozio d'autunno (Cancro, Leone, Vergine). Da questo punto il Sole inizia ad avere declinazione Sud (negativa, sotto l'equatore celeste), continuando a "discendere" fino al solstizio d'inverno (Bilancia, Scorpione, Sagittario); da dove quindi risale, fino a raggiungere nuovamente l'equinozio di primavera (Capricono, Acquario, Pesci). E mentre dal solstizio invernale a quello estivo i segni si levano con moto più rapido, in meno di due ore equinoziali (Capricorno, Acquario, Pesci, Ariete, Toro, Gemelli: segni curvi od obliqui, di corta od obliqua ascensione), dal solstizio d'estate al solstizio d'inverno essi sorgono con moto più lento, in più di due ore equinoziali (Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario: segni retti o diritti, di lunga o retta o diritta ascensione). Come mirabilmente descrive Cecco d'Ascoli:
"E tu a me: Perché l'ombra più dura, Io dico, de le nocti de lo verno; E varia d'estate soa figura? E io a te: In ciò pun cura e guarda: Ne l'oriente nascono directi E l'altri signi, se po' nascono torti, Da Capricorno fin al doppio segno Li signi dritti nascono d'istate; Tene ciascun signo a nascere doie hore; Vinti quattro hore è el jorno naturale; El quale è tanto, fin che 'l Sole alluma (L'Acerba, Cap. VII, 79-105) |
Figura 5. Sorgere dei segni retti e curvi. In questa animazione, per il polo +45°, vediamo che i segni curvi (dal Capricorno ai Gemelli) sorgono in meno di 2 ore equinoziali, mentre quelli retti (dal Cancro al Sagittario) sorgono in più di 2 ore equinoziali. |
Dal Polo del mondo si dipartono i circoli di declinazione, dal Polo dell'eclittica i circoli di latitudine. Ora, le coordinate astronomico-astrologiche delle effemeridi (tempo siderale, longitudine e latitudine eclittica, declinazione) si calcolano, per consuetudine, relativamente all'emisfero Nord (16); ma, a rigore, dovrebbero essere utilizzate anche effemeridi per l'emisfero Sud, perfettamente simmetriche alle altre (17). Se si fosse imposto (se si affermasse) il loro impiego, esso renderebbe impossibile, o meglio improponibile, l'errore di cui stiamo trattando e, con ogni probabilità, gioverebbe al fiorire - meglio tardi che mai - di un'astrologia australe, oggi quasi del tutto assente. I segni immateriali, i dodici settori dello zodiaco tropico, sono oggetto di fraintendimento, essendo i loro nomi, in realtà, di pertinenza delle costellazioni, delle immagini celesti (fig. 4) e non dei segni stessi (18).
In altre parole, i segni astrologici non hanno nome, non sono mai stati nominati convenientemente (19). Per definirli in modo corretto, occorre rifarsi alle specifiche qualità, dignità e debilità relative ad ognuno di essi. Così, per esempio, l'Ariete è, insieme con il Leone e il Sagittario, maschile, diurno, igneo, nordoccidentale, regale o egemonico, caldo (4) e secco (3), collerico, segno che si riempie e si connette, di sapore pungente e inoltre primaverile, equinoziale, curvo od obliquo, di declinazione Nord o settentrionale o boreale o destro, animoso, carnoso, segno di collera, di lussuria e di depravazione, liberale, politico, direttivo, non soggiogabile, equipotente e vedentesi con la Vergine e comandante i Pesci, domicilio lunare di Marte, esaltazione - soprattutto nel diciannovesimo grado - del Sole, triplicità diurna del Sole, notturna di Giove, confine, secondo Tolemeo, di Giove (1°-6°), di Venere (7°-14°), di Mercurio (15°-21°), di Marte (22°-26°), di Saturno (27°-30°), decano di Marte (1°-10°), del Sole (11°-20°), di Venere (21°-30°), esilio di Venere, caduta - in particolare nel grado diciannovesimo - di Saturno... (20).
L'evidenza astronomica che ho cercato sin qui di mostrare deve avere un suo corrispettivo matematico nella costruzione stessa del grafico celeste, e innanzi tutto nella disposizione delle cuspidi delle Case. Il tema astrologico del più grande giocatore di calcio, Diego Armando Maradona, nato il 30 ottobre 1960 alle 7h 5m a Buenos Aires, nella fascia temperata dell'emisfero Sud, si presta in modo egregio a tale scopo (21). Secondo i calcoli ordinari, il grado del suo Ascendente sarebbe il ventottesimo dello Scorpione (e quello del Sole il settimo dello stesso segno, come se si trattasse di una nascita autunnale!). Si sa che a un determinato oroscopo corrisponde, necessariamente, un determinato Medio Cielo, essendo i due cardini sempre distanti, l'uno dall'altro, 90° equatoriali, ovvero 6 ore temporali (22). Nel caso specifico, il grado che culmina dovrebbe essere (non potrebbe che essere) il nono della Vergine. Ma è proprio ciò che non avviene (che non può avvenire) secondo la prassi tuttora dominante (fig. 6a).
Il problema sta tutto nel valore (Nord o Sud, + o -) che si dà alla declinazione del grado che sorge. Attribuendogli la declinazione che compete allo Scorpione, che è di 19°71' Sud, come fanno, sulle orme di Morin, la stragrande maggioranza degli astrologi attuali (e tutti i software in commercio), le ore temporali diurne dell'oroscopo (HTd.HOR) risultano 12.6317; il suo semiarco diurno, SAD (vale a dire HTd.HOR x 6), è 75.790, mentre la sua Ascensione Retta (AR) è 235.725. Così, secondo la formula AR.HOR - SAD.HOR = ARMC, l'Ascensione Retta del Medio Cielo risulta 159.935; cui corrispondono, appunto, 8°18' di Vergine, e non 9° 5' di Leone, come pretendono i moderni. Con la conseguenza che la loro figura risulta falsa e totalmente inutilizzabile, essendo i rapporti tra le cuspidi tutti incongrui.
Applichiamo ora, invece, il medesimo procedimento all'oroscopo corretto, cioè invertendone segno e declinazione. Se sorgono, a Buenos Aires, 27°59' di Toro, devono culminare 9°5' di Acquario (fig. 6b). L'oroscopo ha una declinazione di 19°71' Nord; le sue ore temporali diurne sono 17.3683, il suo semiarco diurno è 104.210, la sua Ascensione Retta 55.725. Sottraendo, anche qui, dall'Ascensione Retta dell'oroscopo il suo semiarco diurno, otteniamo un'Ascensione Retta del Medio Cielo di 311.515, che equivale proprio a 9°05' di Acquario.
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+ 0°14' asc
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- 0°12'
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- 0°01'
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- 1°05'
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+ 1°18'
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+ 2°28'
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+ 13°51'
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+ 5°22'
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+ 22°34'
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+ 23°26'
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- 23°35'
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+23°20'
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+ 21°01'
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34.65
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168.09
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104.54
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90.82
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287.27
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68.83
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50.39
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Un'ulteriore riprova può d'altra parte essere ottenuta calcolando un tema per la medesima data, ora e longitudine e per una latitudine geocentrica uguale, ma dell'emisfero Nord; oppure, considerando la stessa ora e data, per un luogo agli antipodi di Buenos Aires. Nel primo caso l'oroscopo è a 4°38' di Scorpione e il Medio Cielo ancora - ma questa volta giustamente - a 9°05' di Leone; nel secondo l'oroscopo risulta a 27° 59' di Toro e il Medio Cielo a 9°05' di Acquario. In entrambi, astronomia e matematica sono perfettamente rispettate. Si noterà, osservando i due diversi grafici di Maradona (quello ordinario e quello corretto: figg. 6a e 6b), che anche nel tema usuale è mantenuta un'identica distanza in gradi eclittici tra grado del Sole e Ascendente. Tuttavia, diverso (opposto), nei due temi, è il segno in cui questi gradi si trovano.
E, invero, quando il Sole sorge, nelle zone temperate, nel segno dello Scorpione, che è retto, il tempo che impiega per arrivare al culmine è molto più breve di quanto risulterebbe se sorgesse nel Toro, segno obliquo. Il paradosso di una figura "impossibile", nella quale a un oroscopo a 28° dello Scorpione corrisponde un Medio Cielo a 10° del Leone (invece che a 9° della Vergine), è che essa presenta quadranti che non misurano i moti reali di nessun corpo celeste: né dei luminari, né dei pianeti, né delle stelle. A questo proposito, è sufficiente considerare la domificazione del Sole. In entrambe le figure, il luminare diurno è situato al centro della dodicesima Casa. Tuttavia, mentre nel tema corretto la sua distanza oraria dal Medio Cielo è effettivamente pari a 5,001, in quello ordinario risulta 6,213, vale a dire 5,829 ore temporali dall'Imo Cielo:
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Ascensione retta |
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Declinazione |
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Ore temporali diurne |
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Distanza retta |
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Distanza oraria dal Medio Cielo |
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Il Sole, quindi, si troverebbe, invece che sopra, sotto la linea dell'orizzonte, all'interno della prima Casa, e la nascita di Maradona sarebbe notturna, non diurna!... Per i moderni astrologi il cerchio dei segni è tutto. Ma è proprio l'eclittica, così enfiata, a divenire irreale. In conclusione, se nel calcolo dei temi australi si mantengono gli stessi nomi, e i relativi valori di declinazione, che i segni avrebbero nel nostro emisfero (rispetto, cioè, al Polo elevato boreale), i moti astronomici risultano impossibili, così come sono falsati tutti i rapporti tra gli astri e quelli degli astri coi cardini. Il che, tra l'altro, impedisce necessariamente ogni previsione che non sia, di poco o di tanto, bugiarda.
Non è possibile in questa sede (e, tutto sommato, non è neppure utile) esaminare in dettaglio il procedimento tecnico di Morin (23) e i due esempi da lui proposti a conforto del medesimo (24); stupisce, in effetti, la pochezza, talora persino imbarazzante, delle sue argomentazioni, soprattutto se si pensa che è su queste pagine che un simile errore grossolano si è cristallizzato ed è stato assunto come verità indiscutibile da quasi tutti gli astrologi moderni. La regola di Morin, trasmessa a Raphael, Choisnard, Boudineau ecc., è di aggiungere 180° all'Ascensione Retta del Medio Cielo natale, ovvero 12 ore al tempo siderale di nascita (25). E in effetti, basandoci sulle effemeridi di cui disponiamo, ci è possibile, in tal modo, identificare correttamente l'angolo orario del punto gamma rispetto all'emisfero Sud e correggere le differenze ascensionali. Fin qui il procedimento, dunque, è giusto e proprio qui si dovrebbe concludere, mantenendo poi sempre, nei calcoli e nei giudizi, i segni e le declinazioni delle cuspidi che si ricavano di conseguenza e che soli comportano la corretta relazione tra grado che sorge e grado che culmina. Viceversa, Morin e i suoi seguaci, in ossequio al dogma secondo cui il nome-simbolo del segno astrologico, immutabile, è separato dal fenomeno che esprime, ribaltano ulteriormente - e definitivamente - i segni stessi delle cuspidi e le relative declinazioni. In altre parole, partendo dalla premessa che la longitudine eclittica degli astri - e quindi anche la loro declinazione e latitudine - (26) è la medesima in entrambi gli emisferi, essi devono uniformare al Sole, alla Luna (e ai suoi nodi), ai pianeti e alle stelle anche le Case astrologiche (e le sorti, se calcolate in modo proprio).
Un esempio chiarirà meglio il problema. Poniamo una genitura al nostro solstizio estivo e al levar del Sole, in un luogo qualunque dell'altro emisfero che non sia compreso tra il circolo polare antartico e il Polo Sud. Una volta stabiliti, dopo l'aggiunta delle dodici ore, i quattro cardini del tema - senza aver ancora invertito i segni -, troveremo che sorge il primo grado del Capricorno; e nelle effemeridi, viceversa, leggeremo il Sole trovarsi al primo grado del Cancro. Che fare di fronte a questa assurdità? Poiché il Sole non sta tramontando, bensì sorgendo, di due cose l'una: o invertiamo il segno che sorge, o invertiamo il segno del Sole. Si è precedentemente dimostrato che invertire i segni delle cuspidi comporta una incongruità astronomico-matematica irrisolvibile. In effetti, il segno che si leva è di corta ascensione, e in tutto "agisce" come il Capricorno; e se osserviamo il tempo in cui il Sole permane al di sopra dell'orizzonte quel giorno, noteremo che esso descrive esattamente l'arco diurno del primo grado del Capricorno. Di conseguenza, se vogliamo rispettare i moti, il segno da invertire è quello del Sole. Ma tutto ciò in fondo è banale, dal momento che davvero si tratta, per quel determinato luogo, di un solstizio d'inverno. A meno di voler imporre ai popoli australi, come pretendono i missionari cattolici, un Natale all'inizio dell'estate!...
Torniamo al tema di Maradona. Il suo Ascendente, congiunto alla stella fissa Zubeneschamali (27), è a 28° di Toro (e in Toro si trovano anche il Sole (28), Mercurio e Nikê, la sorte della Vittoria). Sorge cioè un segno curvo che, come si legge nel Centiloquio dello Pseudo-Tolemeo, tende a dare piccolezza al corpo, soprattutto nei suoi ultimi gradi, esattamente al contrario dello Scorpione, segno diritto (29). E ancora: "Campanella dichiara che il Toro fa 'uomini dediti ai piaceri, alla raffinatezza nel cibo, all'eleganza nel vestire e ai divertimenti, come ad esempio i Napoletani [!]'. Questi giudizi sono ribaditi da Ibn Ezra in forma lapidaria: al sorgere del Toro nascono uomini che desiderano il coito, bere, mangiare e far baldoria. (...) L'uomo, leggiamo in una compilazione latina medievale, è dedito ai piaceri dei sensi, è piacevole, litigioso e, poiché è segno di buona sorte, dà mano volentieri alle ricchezze; è cupido, ha molte amiche, che di lui sono perse; in gioventù è contenzioso e iracondo ed una cosa dice e un'altra fa.(...)". Il suo temperamento, dice il libro mandeo sullo zodiaco, "è attivo, la sua complessione sana ed egli è indocile, come mostrano gli occhi altezzosi e il suo sembiante accattiva le simpatie." E, secondo Retorio, "non si trattiene dalla libidine, è amato da molte donne, se ne andrà con donne altrui, sarà amato da una fanciulla vergine e (...) affronterà intrighi ed accuse da parte di uomini malvagi, ma se si opporrà e darà battaglia avrà successo; allo stesso modo, se si darà allo studio delle lettere farà grandi progressi [!]" (30)...
Non ho qui l'opportunità di far seguire altri giudizi (sulla posizione dei rimanenti cardini, del Sole, della Luna, dei pianeti e delle sorti nei segni e dei Maestri delle Case nelle varie Case) e neppure la dimostrazione che concerne le tecniche previsionali. Quest'ultimo lavoro comunque è stato fatto, considerando, della vita di Maradona, due episodi decisivi e contrapposti: la vittoria ai mondiali in Argentina nel 1986 e la sua espulsione da quelli americani del 1994. Chi lo vorrà, potrà consultare le figure allegate di direzione e rivoluzione/profezione (31) (figg. 11-12-13-14). Esse a mio parere confermano in modo fulgido e inequivocabile la giustezza di quanto fin qui sostenuto: nelle carte del cielo erette per latitudini geografiche a Sud dell'Equatore, è necessario mutare, dopo aver fatto i calcoli secondo il metodo ordinario, tanto i segni astrologici, ognuno nel suo opposto, quanto i valori, da positivi a negativi e viceversa, delle declinazioni e delle latitudini celesti (32). Con tutte le conseguenze interpretative e previsionali che ne derivano. Ma, per concludere, cosa si può dire a proposito di temi calcolati per latitudine geografica zero? (33)
Con questo interrogativo, torno all'inizio del mio discorso, a Campanella, al "magnus scientiarum depravator", secondo l'infelice definizione del borioso e codino Morin. La tesi originale sostenuta dal filosofo di Stilo (34), anch'egli convinto, come Cardano, della necessità di invertire le dignità planetarie nei temi australi, parte dalla seguente premessa: i segni che raggiungono, ai tropici e nelle zone temperate, la maggior altezza meridiana - Cancro e Gemelli - (35), tra l'Equatore e i tropici non coincidono con quelli che hanno il semiarco diurno più lungo, al contrario di quanto avviene fra i tropici e il circolo polare artico/antartico; e vi è differenza di altezze meridiane anche all'Equatore - dove i segni che hanno maggior altezza meridiana sono l'Ariete e la Bilancia - (36), però non di grandezza di archi. La conseguenza che ne trae Campanella è che dovrebbero essere le altezze meridiane a produrre la diversità qualitativa dei segni. E siccome esse sono differenti nelle tre regioni della Terra (tra i circoli polari e i tropici, fra i tropici e l'Equatore e all'Equatore), dovrebbero essere diversi anche i relativi calcoli e le conseguenze sulle qualità dei segni - e quindi su tutto il complesso delle dignità planetarie (37). Questo ragionamento è effettivamente criticabile solo se si considera come causa dell'influsso non l'esclusiva altezza meridiana rispetto all'orizzonte (e quindi l'incidenza dei raggi), che dipende dall'arco illuminativo, dall'azimut, dai luoghi del sorgere e del tramontare, ma, anche e soprattutto, il moto in declinazione del Sole e la quantità dell'arco diurno, che ricomincia ad aumentare/decrescere non appena si va oltre la soglia dell'Equatore (vedi tavola 3 e tavola 2). Finché vi è la possibilità di misurare il ciclo dell'illuminazione annuale, finché le porzioni del medesimo sono tra loro commensurabili, i dodecatemori possono e devono essere determinati secondo un unico principio, che a Nord e a Sud dell'Equatore si manifesta specularmente. L'ipotesi più verosimile è che il circolo massimo funzioni da autentico spartiacque: superata questa linea, i segni astrologici assumono integralmente e in ogni dove - comprese le zone tropicali - il loro valore specifico e le loro proprie dignità, riferendosi nell'emisfero Nord al Polo elevato boreale, nell'emisfero Sud al Polo elevato australe. Ciò che appariva a Morin come una mostruosità teorica rimanda, viceversa, alla reale complessità e bellezza dei moti celesti e ai loro effetti, molti ancora da scoprire, sul mondo. Non la verità deve temersi, ma la menzogna piuttosto e l'ignoranza.