Abû Ma'sar, Libri mysteriorum

Metafore astrologiche.

traduzione di Giuseppe Bezza da Angelicus 29, fo. 62ss. Laurentianus Plut. 28, 33, fo. 123ss.

II, 167. Della contrarietà dei segni e dell'amicizia degli astri.
  I segni sono ad altri segni contrari: il Toro e il Capricorno, ad esempio, sono contrari alla Vergine, poiché codesti segni danneggiano gli astri che giacciono nella Vergine; ed il Leone è contrario all'Ariete, poiché il Leone in vero mangia l'Ariete; ed il Sagittario è contrario al Leone, poiché il Sagittario significa il tiro dell'arco. L'Acquario poi è contrario ai Gemelli, come pure alla Bilancia: i Gemelli infatti, e la Bilancia, significano gli scritti e l'arte del calcolo e l'equità e la giustizia, mentre l'Acquario significa le ingiustizie e le imposture; i Pesci infine son contrari al Cancro ed il Cancro allo Scorpione ed anche gli astri che si trovano in questi segni sono gli uni contrari agli altri.
  L'amicizia, poi, poggia su tre condizioni, delle quali la maggiore è quella che si produce per essenza, qual è quella del Sole e di Marte, poiché entrambi sono caldi e secchi, o quella di Venere e della Luna, ché entrambi sono umidi e freddi ed altresì poiché l'esaltazione della Luna è il domicilio di Venere. La seconda condizione di amicizia è quando un astro partecipa parzialmente dell'essenza di un altro, come è di Venere e Giove o di Mercurio e Marte: Venere infatti ha in comune con Giove l'umidità e l'inclinazione al ben fare, come pure ciò che è bello ed opportuno, ma discorda in calore e in saggezza. Dal canto suo, Mercurio ha in comune con Marte la secchezza e lo zelo e discorda nell'educazione e nella saggezza. Ultima condizione di amicizia è data dall'unirsi di un astro con un altro in un luogo ove ha qualche diritto di dominio: Saturno, ad esempio, quando discende in latitudine diviene freddo e umido e pertanto diviene consono alla Luna e a Venere e perciò non le offende; e la Luna, quando aumenta la sua luce e ha numero additivo, diviene consona al Sole e agli astri più lucenti.
  Vi sono poi alcuni segni che, pur essendo configurati con lato quadrato, sono tra loro concordi, come è del Toro e dell'Acquario o del Leone e dello Scorpione, in quanto sorgono nei medesimi tempi; od anche del Toro e del Leone, dello Scorpione e dell'Acquario, i quali sorgono nei medesimi punti dell'orizzonte. Altri segni, inoltre, hanno concordanza pur senza essere configurati: è questo il caso dei Gemelli e del Capricorno, del Cancro e del Sagittario, in virtù di pari tempi di ascensione. Quanto poi al Toro e alla Bilancia, all'Ariete e allo Scorpione, essi procedono lungo una medesima via (ovvero hanno un solo signore).

II, 169. Dei significati di Venere quando si unisce a Marte o a Saturno o a Giove o al Sole e dei significati di Giove quando si unisce ad essi.
  Quando Venere si trova con Marte è simile a donna che ricerca il piacere e che si unisce ad uomo bagascio e perverso; ella lo teme, lo adula e mostra verso di lui un'attitudine affettuosa; e nondimeno queste cose ella fa con finzione, per paura. Quando si trova con Saturno, è simile a donna giovane e ben fatta, che si accompagna a un vecchio impotente. Per questo ella è afflitta e conduce la propria vita in un modo che le appare insopportabile. Quando si trova con Giove è simile a donna che è nel fiore della vita, unita ad uomo onesto, e fra loro vi è affetto. Quando si trova unita al Sole, è simile a donna addolorata e sofferente, sempre sottomessa al proprio marito.
  Quando gli astri di Giove di Saturno sono insieme, sono simiglianti a due compagni, che nondimeno sono tra loro affatto diversi e ciascuno di loro aspira a danneggiare l'altro e a mandarlo in rovina. Se poi trovi Giove con Marte, è simile ad uomo onesto unito ad altro uomo malvagio e dissoluto. Se di poi trovi Giove con il Sole, è simile ad un uomo di bassa condizione, che non può compiere alcunché. E se trovi Giove con Venere, è simile ad uomo vigoroso e ricco e generoso. Se infine Giove è con Mercurio, è simile ad un uomo sollecito nel compiere il proprio compito con buon esito.

II, 170. Dell'operazione degli astri.
  I due astri malefici significano inimicizie ed avversioni; molte volte poi si danneggiano l'un l'altro e grazie a tale offesa l'uomo è reso libero, come succede a colui che, nel corso del cammino, s'imbatte in due ladroni che lottano tra loro per sottrargli i suoi beni e a causa di questa lotta, il viaggiatore è libero; i due astri malefici producono furore e stoltezza e inganni e impudenze ed altre simili cose, i benefici producono condizioni di serenità, cose che perdurano ed amicizie e adulazioni.
  Quando un astro benefico viaggia con un malefico, la virtù del malefico si aggiunge a quella del benefico, in modo non dissimile del saggio che viaggia con lo stolto: il saggio considera attentamente ciò che deve dire, lo stolto vi aggiunge i propri vaniloqui senza considerare l'esito.
  La stella di Marte è simile al leone e al serpente ed occorre evitarla, quella di Saturno è simile al ladro stolto e codardo. E quando trovi un astro malefico maleficato produce un danno grandissimo che nessun, se non Dio, può evitare; invero è simile a cane sciolto rabbioso che morde i malcapitati o a un ladro disperato armato di spada, che uccide tutti quelli che incontra.

II, 171. Del modo in cui gli astri malefici recano offesa.
  Sappi inoltre che gli astri malefici, quando sono in un luogo loro proprio o in cui hanno un diritto di dominio, la loro malvagità vien meno. Per questo si dice che Marte nella notte, sotto l'orizzonte, non reca offesa, né Saturno nel giorno. Invero, gli astri malefici nei loro propri luoghi sono simili al leone fiducioso; recano nondimeno offesa i malefici quando sono signori di luoghi malvagi, quali sono il sesto, l'ottavo, il quarto e il settimo.

II, 177. Della grande virtù degli astri.
  Gli astri, quando si fan mattutini ed escono dalla luce del Sole, mostrano chiaramente la loro operazione ed hanno grande forza. Marte, allora, quando si libera dal Sole, è simile a lama tagliente e infallibile e la sua ferita è incurabile; e quando Saturno esce dai raggi del Sole è come il Leone che si slancia fuori dalla sua tana e che uccide chiunque incontra; ma quando Giove si fa libero dai raggi solari è come l'uomo che ama la giustizia, onesto e liberato da ogni vincolo, onde diviene mite e ben disposto ad ogni cosa, benevolo e misericordioso; quando Venere è libera dai raggi del Sole, è come donna che, già sottoposta alle necessità e ai tormenti e alle malattie, riguadagna la salute; e quando Mercurio esce dai raggi, se allora si applica ad una stella benevola o le si configura, significa un bene, ma se si unisce ad una stella malevola, significa un'offesa grave assai.

II, 178. Della virtù degli astri che sono nel cuore.
  Dicono alcuni che quando un astro è nel cuore del Sole, si rafforza; epperò io dico che allora l'astro è simile all'uomo che compie purificazione e che pertanto nella purificazione non ha forza, ma in seguito riacquista sanità. E Saturno, quand'è combusto, è simile al vecchio dimesso, che non può sopportare pene e castighi; e Giove, quand'è combusto, è simile all'uomo messo alla prova e può nondimeno sopportare le pene, poiché spera di trarne un profitto; Venere, poi, quand'è combusta, diviene assolutamente debole e priva di forza e non può davvero sopportare la combustione; ma Mercurio, quando si fa combusto, poiché sopporta la combustione, è simile all'uomo avvezzo alle difficoltà e alla miseria e che tali cose sopporta poiché gli sono familiari; si dice poi di Marte che, quando diviene combusto, è simile ad uomo molto malvagio, la cui malvagità ed offesa s'intensifica.

II, 179. Perché s'ingannano coloro che dicono che non offende l'astro che divien combusto nel proprio domicilio od elevazione.
  Dicono alcuni che quando un astro si fa combusto nel proprio domicilio o nella propria elevazione, non reca offesa. Ma Saturno, che è freddo e secco, quando diviene combusto è simile alla pietra che, bruciata dal fuoco, si corrompe e si spezza. E Giove, quando si fa combusto, è simile ad oro che si fonde e quando si porta nei raggi del Sole la sua pura sostanza si tinge di rosso. Venere poi e la Luna, quando si fan combuste, sono simili all'argento vivo che, nel fuoco scagliato, il fuoco fugge come dissimile dalla sua natura, né può tollerarlo.

II, 180. Degli astri che hanno moto diretto e di quelli che hanno moto retrogrado.
  Sappi che i cinque astri hanno nel loro moto due diverse disposizioni: stazionano per poi retrogradare e poi stazionano nuovamente per poi procedere di moto diretto; e ciascuna di queste disposizioni ha un significato proprio. Invero, l'astro che giunge alla prima stazione, quella intendo dove di poi comincerà a retrocedere, è simile ad uomo malato e senza forze, fiaccato dalla malattia nel suo vigore. E quando compie la sua seconda stazione è simile all'uomo che già ha principiato ad avviarsi alla salute e infine, quando si muove di moto diretto, è come l'uomo ristabilito dalla malattia.
  Venere in particolare riceve offesa dal retrocedere: invero, retrogradando, diviene combusta, onde l'afflizione è come duplice: l'una è data dal retrocedere, l'altra dalla combustione. Ed anche Mercurio è afflitto quando retrocede, poiché anch'esso, nel suo retrocedere, si fa combusto, ma non riceve offesa dal suo retrocedere e dal suo essere combusto al pari di Venere. Ed anche riguardo agli astri superiori possiamo dire che l'offesa della retrocessione è più lieve di quella degli inferiori, soprattutto quando retrocedono da un luogo non familiare verso un luogo ove hanno qualche diritto di dominio o ancora quando retrocedono portandosi da un malefico verso un benefico. Sono simili allora all'uomo che viaggia e che vuole passare attraverso le fiere e che, impedito da qualcuno che incontra nel cammino, torna indietro ed è salvo.
  Gli astri superiori mostrano nondimeno diversità nelle loro retrocessioni e nelle loro stazioni, così come nella loro combustione e nelle altre afflizioni: Giove infatti, quando retrocede è simile all'uomo ricco sottoposto a molte servitù e pertanto afflitto o all'uomo assennato e prudente che soggiace ad affanni mediocri della parte razionale dell'animo; quanto a Saturno, si svilisce affatto nella sua retrocessione ed è simile allo schiavo che fugge e che il padrone riprende e incatena; Marte infine, quando retrocede, è simile al figlio di un qualche fuggiasco che fugge dal proprio padre e poi ritorna confidando nell'affezione paterna.
  Recano soprattutto offesa gli astri nella loro retrocessione quando si trovano in luogo alieno o nelle loro contrarietà o nelle loro umiliazioni, segnatamente quando sono afflitti da un astro malevolo nella retrocessione: sono allora simili all'uomo che, ammalato e senza forze, è tosto assalito da altro male. Invero, gli astri che retrocedono alterano la loro natura e pertanto portano a compimento le loro operazioni con debolezza.

II, 181. Perché alcuni astri, nelle loro umiliazioni, molto offendono ed altri poco.
  Le umiliazioni degli astri sono tra loro diverse in quanto al danno: Marte offende assai nella sua umiliazione, ovvero nel Cancro, giacché è segno freddo e umido e Marte è caldo e secco come è la natura del fuoco e pertanto, quando si umilia, duplice è la sua afflizione: vuoi perché si trova nella propria umiliazione, vuoi perché è in segno dissimile alla sua natura.
  Il Sole si affligge nella propria umiliazione, ovvero nella Bilancia, da un lato si approssima all'ipogeo, dall'altro la Bilancia è segno umido, il Sole è secco. Giove si affligge nella sua umiliazione, ovvero nel Capricorno, domicilio di Saturno, che è contrario alla natura di Giove, poiché Saturno è malefico, Giove benefico e gli si oppone in quanto a essenza. Si affligge Saturno nella propria umiliazione, che è l'Ariete, poiché l'Ariete è caldo e secco, Saturno freddo e secco, ma poiché ha in comune con esso la secchezza, non è danneggiato molto. La Luna e Venere non sono molto danneggiate nelle loro umiliazioni: la Luna infatti si umilia in Scorpione e lo Scorpione è suo triangolo e partecipa della di lei natura e ha trigono con il Cancro, che è domicilio della Luna. Quanto a Venere, si umilia nella Vergine, ma concorda con codesto segno per la natura femminile ed inoltre è pressoché a tutti noto che la Vergine significa le danze e i concenti canori e le lire ed altri strumenti della musica e la ricerca del connubio, tutte cose che sono proprie di Venere. Inoltre Venere ha la sua umiliazione nel xxvii grado della Vergine, che poco dista dalla Bilancia, suo domicilio; possiamo pertanto dire che è simile ad uomo angustiato e che in breve passa dall'angustia all'ilarità e alla gioia.
  Se poi un astro si trova nella propria umiliazione ed è osservato dai benefici, è simile all'uomo che cade nella sventura, nondimeno è soccorso da amici e congiunti ed il suo animo è rinvigorito dal loro soccorso. Ma se, stando nella propria umiliazione, è osservato dai malefici, è simile all'uomo sventurato che nella propria sventura ha molti nemici e contraddittori, che si danno da fare per la sua perdita.

II, 185. Cosa significano gli astri che hanno moto diretto e quelli che retrocedono.
  L'astro che retrocede significa falsità e inganni, quello che ha moto diretto la verità e ciò che è diritto, ma il combusto è come l'uomo malato ed ottuso e che in nulla pone fiducia e certezza, se non nella propria debolezza.

II, 186. Perché gli astri che retrocedono o che sono in segni lenti portano ad esiti lenti, a veloci quelli che sono diretti di moto.
  Gli astri che hanno moto sottrattivo conducono ad esiti lenti, come pure quando si trovano in segni lenti. Lenti sono i segni che hanno la natura di Saturno e di Giove, quali il Capricorno e l'Acquario, il Sagittario e i Pesci; ma quando gli astri hanno moto diretto, ciò che significano presto giunge e soprattutto quando si trovano in un segno tropico.

II, 201. Cosa significano gli astri mattutini e occidentali.
  Sappi che quando l'astro è mattutino è simile al giovane nel suo fiore e nella pienezza dei suoi stimoli, ma il vespertino è come il vecchio oppresso e senza vigore.

II, 202. Della configurazione della Luna con gli astri.
  Sappi che la Luna è come il messaggero degli astri: trasmette infatti le loro virtù da un astro ad un altro.