Leonardo Qualea

Melotesia planetaria.

  La melotesia planetaria è la corrispondenza dei pianeti con le parti e con le malattie del corpo umano. Il testo che riportiamo è tratto dall’Astronomia medicinalis * di Leonardo Qualea (seconda metà del XV sec.), ed è stato tradotto da Giuseppe Bezza e pubblicato in Arcana Mundi, antologia del pensiero astrologico antico, Milano 1995. In questo testo troviamo una ripartizione delle parti della testa dell’uomo da Saturno alla Luna, in ordine discendente. Non mancano testi in cui a Saturno è assegnato il capo, mentre Giove, la cui impronta il Qualea pone sulla fronte in quanto segno della virtù dell’uomo, è unanimamente ritenuto causa di cognizione e di misura. Ma la collocazione più suggestiva degli astri nel capo dell’uomo è nel Papiro di Michigan 149, che contiene un lungo frammento di un trattato di astrologia copiato nel II secolo della nostra era: «Il volto è la meraviglia dell’immagine umana e la testa intera è come il tabernacolo del Sole e della Luna. Il Sole detiene la facoltà del conoscere, la Luna quella del mutamento e dell’impressione sensibile. Da Mercurio poi viene la facoltà intellettiva, dal Sole quella direttiva, ma la facoltà dell’interpretazione risiede nella porzione della Luna: lingua, bocca, parola. Per questa ragione, questa sezione è in rapporto a entrambe le sette (la solare e la lunare) e non dista molto dal Sole egemonico. E così come nell’uomo il viso si distingue per i suoi mutamenti e le varie impressioni che gli occorrono, così la Luna si distingue nell’universo per i suoi mutamenti di colore, di illuminazione e di emanazione...». Il testo del Qualea prosegue poi con un’enumerazione delle virtutes animatæ e delle virtutes naturales. Nella filosofia della medicina medievale si ritene che l’anima abbia tre virtù: la vegetativa (Pietro d’Abano: nutritiva, concupiscitiva, naturalis), che presiede alla nutrizione e alla crescita, che ha sede nel fegato e si irradia tramite le vene; l’animale (P. d’Abano: vitalis, irascibilis) presiede alla sensazione e al moto, ha sede nel cuore e suoi canali sono le arterie; la cogitativa o razionale (P. d’Abano: excogitativa) presiede al pensiero e al discernimento, ha sede nel cervello e si muove in tutto il corpo mediante i nervi. In Qualea, l’elenco delle sette virtutes naturales si uniforma a una tradizione astrologica consolidata, che ha come riferimento la sentenza 86 del Centiloquium pseudo-tolemaico.

* Compendium clari viri Leonardi Qualea quod Astronomiam medicinalem nuncupari voluit ex multis Syrorum, Indorum, Arabum, Persarum, Egiptiorum, Grecorum et Latinorum voluminibus compilatum in facilitatem medicorum et commoditatem infirmorum, ms. Bn-Paris lat. 10264 fo. 76r-77r, (capitolo XIII).


Dell’influsso particolare dei pianeti
sul corpo umano e delle infermità attribuite a ciascun pianeta

   Hanno i pianeti un influsso particolare sul corpo umano, le sue parti e le sue membra, sia interne che esterne ed inoltre sui loro malanni secondo la proprietà di ciascun pianeta e il suo dominio.

      Dell’influsso di Saturno. Saturno influisce e ha dominio sulla parte superiore del capo, la nuca, in quanto la sua sfera è la più alta. Ha inoltre le ossa, la milza, la bile, la vescica, la melanconia e partecipa al flegma acetoso [1]. Sue malattie sono la tisi, il catarro, la paralisi, la febbre continua e quella quartana [2], l’idropisia, le ostruzioni della milza, ed ogni altra malattia che origina dal secco e dal freddo, segnatamente nelle parti del corpo in cui Saturno ha influenza.

      Dell’influsso di Giove. Giove influisce e ha dominio sulla seconda parte del capo, sotto la nuca, siccome la sua sfera segue quella di Saturno, ovvero sulla fronte che dimostra il contegno della virtù, e sulle tempie. Inoltre, il fegato, le costole, le cartilagini, il sangue, e con la partecipazione del Sole, che dispone della virtù vitale, lo sperma del maschio. Sue malattie sono la squinanzia [3], la peripleumonia, la pleurite [4], apoplessia, emicrania, spasmi, cefalgie e quelle malattie che provengono dal sangue e da flatulenza, segnatamente nelle membra in cui Giove ha influsso.

      Dell’influsso di Marte. Marte influisce e ha dominio sulle sopracciglia, che manifestano l’ira e l’inganno, e sull’orecchio sinistro. Inoltre, sulla bile gialla, l’ira, i reni, le vene, i testicoli di ambo i sessi. Sue malattie sono l’insania, le febbri terzane e continue e quella ardente, gonfiamenti, l’ulcerazione di carni putride ed ogni affezione che proviene dal calore e da un eccesso di secco, emorragie che originano dalla rottura delle vene e simili e comunque provenienti da calore secco, segnatamente in quelle membra ove Marte influisce.

      Dell’influsso del Sole. Il Sole, che occupa la regione media fra i pianeti e che è fonte di luce e di illuminazione, possiede la parte mediana del capo dell’uomo e la sua luce, sia la spirituale, sia la sensibile. Infatti, ha influsso e dominio sul cervello, gli occhi, l’orecchio destro, il cuore, le arterie, lo sperma del mashio con la partecipazione di Giove e quello femminile con la partecipazione di Venere. Sue malattie, nel giorno, sono calde e secche e hanno origine dalla bile gialla corrotta nel sangue; nella notte, provengono dal flegma corrotto nel sangue. E con la partecipazione di Giove nel sangue, di Marte nella bile, della Luna nel flegma, causa flussioni [5] d’umori agli occhi e debolezze nei luoghi che presiede per le predette cause.

      Dell’influsso di Venere. Venere influisce e ha dominio sul naso, le narici, le guancie, l’odorato; con la partecipazione del Sole sullo sperma femminile, con la partecipazione di Giove sullo sperma in sè, i reni e le parti genitali nella loro interezza, la carne e il grasso. Sue malattie sono la freddezza e l’umidità dello stomaco, del fegato, del cuore, gonfiori, fistole, sovrabbondanza degli umori e tutte le malattie dei canali spermatici e che occorrono negli organi genitali di ambo i sessi e segnatamente in quelle membra che sono ad essa soggette o al segno della sua casa.

      Dell’influsso di Mercurio. Mercurio influisce e ha dominio sulla penultima parte del capo dell’uomo, siccome penultima sfera nell’ordine discendente: sua è quindi la bocca e i denti e la lingua. Inoltre, con la partecipazione del Sole, il cervello, e il polmone ed è proprio di questo pianeta portare al loro compimento i fori naturali del corpo umano. Sua è la facoltà immaginativa, l’articolazione dei suoni, l’eloquio. Sue malattie sono la perturbazione dell’intelletto, la mania, l’epilessia, la sconsideratezza [6], l’abbondanza di tosse e di catarro ed ogni altra anomalia alle membra a lui deputati ed in particolare quelle malattie che occorrono in quelle parti del corpo ove ha dominio, segnatamente se originano dalla sechezza.

      Dell’influsso della Luna. Vediamo che la Luna, siccome ultima sfera, possiede la parte inferiore del capo dell’uomo, che è la barba e le mascelle e ha dominio sui nervi, il gusto, la deglutizione [7], lo stomaco, l’utero nelle donne, le pudenda, i visceri e partecipa inoltre in tutte le membra della parte sinistra del corpo. Sue malattie sono la paralisi, lo strabismo, spasmi delle membra e quelle malattie che provengono dall’ostruzione dei nervi, segnatamente se in quelle membra ove essa ha dominio.

Degli influssi delle sfere dei pianeti

  La Luna infonde le virtù naturali ovvero la virtus naturalis che tutte le racchiude; nondimeno queste virtù, che provengono dalle sfere dei pianeti, sono ad esse soggette con la partecipazione della Luna. Dalla sfera della Luna proviene l’appetitiva, che alla Luna è soggetta, senza partecipazione alcuna. Dalla sfera di Mercurio la pascitiva, che a Mercurio è soggetta con la partecipazione della Luna. Dalla sfera di Venere la detentiva, che a Venere medesima è soggetta con la partecipazione della Luna. Dalla sfera del Sole la digestiva, che al Sole sappiamo essere soggetta con la partecipazione della Luna. Dalla sfera di Marte l’expulsiva, che a Marte, di nuovo con la partecipazione della Luna, è soggetta. Dalla sfera di Giove la penetrativa, ad esso soggetta con la partecipazione della Luna. Dalla sfera di Saturno la generativa, a Saturno soggetta con la partecipazione della Luna. E pertanto, nella generazione <del feto> Saturno ottenne il dominio del primo mese. Dalla sfera stellata procede la formativa ovvero figurativa e dalla stella che domina sul grado del gettito del seme fino a quando rimane nell’utero; e in seguito, dopo la nascita, alla stella, fra le stelle del firmamento, che predomina sulla natività ovvero sull’ascendente; e ad essa si ritiene che sia soggetta con la partecipazione della Luna. Dall’ultima delle sfere [8] procede l’operativa, che è soggetta alle immagini celesti [9] che predominano sull’ascendente medesimo nell’ora della natività o nel gettito del seme nell’utero. Questo sia detto delle nove virtù naturali.

Delle virtù animate

  Quanto alle virtù animate, sono soggette ai pianeti medesimi dai quali provengono. A Saturno la retentiva, a Giove la discernitiva, a Marte l’irascibilis, al Sole la vitalis, a Venere la concupiscibilis, a Mercurio l’ymaginativa, alla Luna la nutritiva. Occorre pertanto che il medico prudente, d’astronomia esperto, soccorra e stimoli e accresca e conforti con sostanze contrarie le membra soggette ai pianeti quando le virtù predette, deputate ai pianeti medesimi, hanno favorevole testimonianza dai pianeti ai quali sono connesse. Conviene inoltre reprimere ed espellere quelle malattie che i pianeti suscitano nella loro debolezza, esilio, caduta, detrimento ed infortunio. Invero, quel pianeta che avrà vigore sia all’inizio della cura che nel seguito immediato porterà giovamento secondo la sua sincera natura, che conforterà e prevarrà e saranno conseguite le condizioni che gli sono proprie. Questo avverrà se il pianeta sarà fortunato e avrà buona testimonianza; ma in condizione contraria la cura passerà oltre nella misura dell’infortunio del pianeta e si muterà nell’opposto, secondo quanto afferma Tolemeo nel centiloquio: “Venere porta voluttà alla parte del corpo” etc. [10]


NOTE

1) cum participatione fleumatis acri (= Niccolò di Paganica, ed. G. Dell’Anna pag. 93). Dopo aver detto che Saturno ha dominio sulla melanconia o bile nera, l’autore dichiara che ha una partecipazione nel flegma acetoso, che è una delle quattro specie di flegma innaturale ed è freddo e secco per la mistione della melanconia. Le altre tre forme sono: il dolce (caldo e umido per mistione del sangue), il salso (caldo e secco, per mistione della bile gialla) il vitreo, che mostra l’eccesso delle sue componenti proprie, ed è freddissimo e umidissimo.

2) febris yctica, quartana. L’autore nomina le febbri solo nelle egritudines dei pianeti malefacenti. Gli accessi di crisi provenienti dall’umore melanconico sono più tardi degli altri e acquistano un carattere cronico.

3) Con squinanzia s’intendeva generalmente l’angina, ovvero l’infiammazione della faringe, laringe o trachea. In particolare, con il termine di squinantia era designato il tumore che si manifestava fra la trachea e l’esofago, con quinantia l’angina tonsillare, con sinantia il tumore che si manifestava alla laringe.

4) Peripleumonia e pleurite sono entrambi apostemata ovvero tumori e gonfiamenti dovuti a addensamento di umori, la prima intorno al polmone, la seconda nel polmone.

5) lesionem deve essere corretto in fluxionem.

6) Sostituisco participatio con precipitatio.

7) gultonem.

8) Intende la sfera del primum mobile.

9) vultis superioribus.

10) Venus facit natus adipisci in membro quod ab eius signo in quo est hora nativitatis significatur ad delectationem; et eteri planete quicquid dant, ad hunc modum dant, (Venere apporta voluttà nella parte del corpo significata dal segno in cui si trova nell’ora della natività e quel che gli altri pianeti danno, lo danno in codesto simile modo) Centiloquium v. 27.


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