Alberto di Codignola

De zodiaco moralitas.

traduzione e note di Giuseppe Bezza.


Il frate francescano Alberto di Codignola (muore nel 1531), nel suo Coeliloquium morale, dà una rappresentazione del cosmo, dei circoli della sfera, delle stelle e dei pianeti, ove l'argomentazione teologica si intreccia con quella astrologica e l'una spiega l'altra. Le autorità dell'Antico Testamento e i padri della Chiesa convivono con Tolemeo, Masha'âllah, Albumasar, Firmico a spiegare comportamenti reali, apparenti e morali dei corpi che abitano i cieli. Diamo qui, ad esempio, i primi capitoli introduttivi sullo zodiaco.


V, 13 - De zodiaco moralitas

   Dopo aver trattato dei segni invisibili, diciamo ora anzitutto dello zodiaco, che è parte dell’ottavo cielo. Lo zodiaco è un circolo diviso in dodici tratti che gli astrologi chiamano segni. E questi segni sono distinti gli uni dagli altri e contrassegnati da stelle determinate. Quattro di essi sono cardinali: Ariete, Cancro, Bilancia e Capricorno. È lo zodiaco un’ecclesia che contiene dodici segni ovvero i dodici apostoli, e ciascuno è distinto dall’altro in virtù delle proprie stelle ovvero dei propri doni e grazie, giacché ciascuno di essi ha un suo proprio dono, l’uno in un modo e l’altro in un altro, come dice san Paolo [1]. E i quattro che sono cardinali sono i principali, ovvero i quattro evangelisti, che sono comunemente più manifesti degli altri; altri sono succedenti, come Paolo e Barnaba, che accolsero l’apostolato dopo l’ascensione; altri ancora cadenti, come Giuda e Pietro, che peccarono in diverso modo e caddero dallo stato della grazia. E di questi segni è detto nel Genesi: siano i luminari nel firmammento del cielo, ovvero gli apostoli nell’ecclesia, e siano in quanto segni, ovvero rilucano per le loro virtù e per i doni dello spirito santo. ¶ Nello zodiaco vi sono molti segni, alcuni sono mobili, altri immobili, alcuni sono principali, altri sottoprincipali, alcuni hanno natura della terra, altri dell’acqua. Ed allo stesso modo vi sono, nell’ecclesia, diverse persone, alcune delle quali si muovono ad operare il bene, altre sono principali, come i prelati, altre sono sottoprincipali, come i sudditi. Vi sono poi alcuni che sono ardenti per la carità, ma altri sono terrosi per la tiepidezza, altri sono ariose per la contemplazione ed altri acquosi per la carnalità. ¶ I pianeti poi si esaltano in determinati segni ed in altri si deprimono: il Sole per esempio si esalta in Ariete e si deprime in Bilancia. Allo stesso modo Cristo il Sole si esalta e regna in coloro che sono simili all’Ariete ovvero nei buoni di cuore che si fanno svellere per dare elemosina ai poveri, al modo che l’Ariete ci dà la lana per vestirci, e che compiono altre azioni virtuose. Ma nella Bilancia si deprime, ovvero nei ricchi che mai cessano di soppesare e computar denaro e ricchezze, ed in costoro Cristo perde il regno, giacché costoro non si curano di Dio e dicono: non vogliamo che regni su di noi. Ma puoi anche dire che i ricchi che per la loro prosperità temporale si esaltano in Ariete con superbia capziosa ed insolenza, quando saranno poi in Bilancia al giorno del giudizio e renderanno conto di tutte le loro azioni, saranno depressi in un’avversità eterna. Poiché di norma è vero che si eleva in un luogo e in una condizione, si deprime in un’altra ed il contrario vale per i poveri e gli indigenti, siccome dice san Gerolamo. È invero impossibile che chi gode delle cose presenti goda anche delle future e che passi di delizia in delizia e in ogni tempo sia glorioso. E Cristo nel Vangelo: chi si umilia sarà esaltato e chi si esalta sarà umiliato. Ed anche il pianeta è più forte nella propria casa che non nell’aliena e viene fortificato dalla forza del segno in cui si trova e debilitato dalla debolezza. Allo stesso modo l’uomo valente è più forte su un forte cavallo che non su uno debole e chiunque, nella propria casa, ha più forza che in una estranea, nella sua patria piuttosto che all’estero, e ovunque abbia amici e sostenitori e famigli. ¶ E puoi ancora dire che ogni uomo ha maggior forza a resistere ai vizi nella sua casa e nel suo stato, sia esso religioso o secolare, non così se non fosse nella sua casa o esercitasse funzioni non proprie. Se invero fosse un religioso deve permanere nella vocazione alla quale è stato chiamato e se fosse un curato non deve amministrare gli affari mondani, poiché è contrario ai curati tralasciare i propri negozi e frequentare le corti dei potenti, come avverte Luca: non passate di casa in casa [2]. E quanto più si unisce con un segno migliore e più forte ovvero con migliori compagni, tanto più grande sarà la sua efficacia; al contrario, tanto meno sarà capace di agire quanto più si unirà a compagni deboli, poiché molto può la bontà o la malignità degli associati, come dice il salmista: con chi è pio ti mostri pio, con chi è perverso, perverso [3]. E l’Ecclesiaste: con i saggi prolunga la tua permanenza [4]. ¶ Puoi ancora dre che è condizione più sicura l’essere nella religione e comunque in uno stato migliore che in un altro meno buono. Dice Masha’âllah che a causa del sorgere e del tramontare dei segni, delle opposizioni e delle congiunzioni, degli aspetti benevoli e malevoli, accadono in questo mondo fatti diversi e contrari, ed egli dice che quanto in natura viene alla luce sotto un forte segno maschile ascendente e sotto un forte pianeta ed un buon aspetto, ha buona sisposizione. E da qui intendi il contrario. I segni sono i prelati della chiesa o i principi del mondo, giacché invero per il loro sorgere e tramontare, per le loro opposizioni ovvero inimicizie, per le loro congiunzioni ovvero amicizie, provengono tutti gli accadimenti di questo mondo: pace e guerra e ogni altra cosa. Giacché i sudiiti sono diretti dalla natura dei loro superiori, come appare e per i religiosi e per i secolari. Se pertanto il segno, ovvero il prelato o il principe, fosse ascendente per l’impressione e la contemplazione delle cose celesti, per la ricerca della virtù e della costanza, i sudditi che nascono sotto di esso, queste cose percependo, avranno una buona disposizione, nel corpo e nello spirito, onde l’Ecclesiaste: la saggezza dei re rende prospera la città [5]. E secondo il detto di san Gregorio: la vita dei maggiori è facile esempio, e l’Ecclesiaste: com’è il capo del popolo così sono i suoi subalterni, e com’è il capo della città, così sono i suoi abitanti [6]. ¶ Vi sono poi segni che son detti case angolari, al modo in cui tra i segni ve ne sono alcuni cardinali; altri son detti case succedenti ed altri cadenti (come è ben noto a chi sa erigere una figura), e quelle angolari hanno maggior virtù di tutte le altre. Allo stesso modo, nel mondo, alcuni sono angolari, così è dei principi, dei prelati e dei giudici; altri sono succedenti ovvero subordinati; altri del tutto cadenti, e sono gli infelici. E ne consegue che coloro che sono angolari, ovvero i principali, i prelati, i giudici, sempre devono essere migliori degli altri e più ardenti nelle buone azioni. Onde in I Regum 9 è detto, di Salomone, che non vi era, in tutto Israele, uomo migliore di lui. ¶ Tutti i segni hanno significato ed influenza buone, eccetto due: l’ottavo, che è detto Scorpione e l’undicesimo che è chiamato Acquario e la ragione ne è che Marte domina nell’ottavo e Saturno nell’undicesimo, pianeti che son detti malevoli, ed ancora l’ottavo è chiamato casa di Marte e debolezza di ogni cosa ed in esso vi è il trionfo della morte. L’undicesimo, per contro, è segno della fatica. E per il numero ottavo, che eccede ed va oltre il numero settenario, intendo coloro che, a causa del peccato, sono andati oltre le sette virtù e i dieci comandamenti: pessimi sono costoro, peccatori del mondo. Invero, in alcuni di loro domina Marte, che è detto dio della guerra, ovvero della discordia irragionevole e dell’inimicizia. E sono ancora chiamati case della morte, giacché in essi dimora stabilmente la morte eterna e costoro sono sovente avvezzi a portare ad altri morte corporale mediante l’uccisione e morte spirituale mediante lo sfinimento e sono pertanto degni di essere annientati dalla morte eterna. Quanto agli altri peccatori nei quali Saturno, ovvero la prosperità mondana, domina e li sazia, poiché Saturno è così detto da saturare, costoro son detti case dell’inimicizia, della tristezza e della fatica, poiché i ricchi del mondo sono sempre coinvolti in inimicizie, tristezze e travagli, a causa giustamente del loro acquisire e moltiplicare ricchezze. Onde Geremia: sono perversi e incapaci di rinsavire [7]. Ed Isaia: ti affaticasti fin dalla giovinezza [8]. ¶ Si dice che i segni e le case si osservano mutuamente e che il pianeta che è in un segno osserva davanti e dietro a sé. Alcuni poi, seguendo Mash’âllah e la maggioranza degli astrologi, distinguono gli aspetti tra quelli che sono di media o di perfetta amicizia e di media o di perfetta inimicizia. Allo stesso modo gli uomini devono osservarsi tra loro per cortesia e per carità, e devono osservare davanti e dietro, ovvero alle cose passate e alle future ed i peccati passati sono la pena futura, onde Seneca: premunirsi dalle cose future, ricordarsi di quelle passate. Ed invero vi sono oggi molti aspetti di amicizia tra i buoni e di inimicizia tra i cattivi e gli invidiosi ed alcuni sono completi, altri medi ed imperfetti, poiché l’amore e l’odio hanno date quantità, onde san Paolo: più amo e meno sono amato. ¶ Inoltre, dicono gli astrologi che ottimo aspetto è il trigono ed è, secondo Masha’âllah, quando il segno dell’Ariete osserva il Sagittario che lo segue e il Leone che lo precede. Pessimo, per contro, è il diametro o la congiunzione e questo avviene quando l’Ariete osserva il segno dei Pesci che lo segue e la Bilancia che è di fronte a sé: il primo è aspetto di amicizia, il secondo di inimicizia completa. ¶ Tu puoi dire che per l’Ariete, che è segno diurno ed igneo, si ha da intendere chiunque, nella vita presente, brucia del fuoco della bramosia e tale uomo può avere diversi aspetti e pensieri, buoni e cattivi. Diciamo che sono buoni quando l’uomo osserva e considera il Leone che è davanti a sé, ovvero il diavolo che l’attende dopoi la morte, quasi leone che ruggisce pronto a divorare. osserva poi il Sagittario dopo di sé, ovvero la morte che lo segue e l’assale con tribolazioni e saetta; ed invero il pensiero del nemico, ovvero del diavolo e della morte, induce il timor di Dio. Ed invero dice Ezechiele, riguardo agli animali divini, che hanno occhi davanti dietro [9]. Allo stesso modo, ogni cristiano deve avere occhi rivolti ai peccati trascorsi, onde piangere e correggersi, ed occhi rivolti ad evitare il castigo futuro e alla ricerca della futura gloria. Ma quando l’Ariete, ovvero l’uomo, osserva la Bilancia di fronte a sé, ovvero le ricchezze del mondo, e le soppesa e le valuta; ed osserva i Pesci che sono dopo di sé, ovvero le delizie del mondo e le voluttà della carne, allora senz’altro delira ed incorre nell’inimicizia di Dio. E l’uomo non deve avere occhi per queste cose periture, onde il salmista: storna i miei occhi dalle cose vane [10]. E per quanto è delle voluttà, dice l’Ecclesiastico: distogli i tuoi occhi da una donna formosa [11]. ¶ Secondo Masha’âllah la congiunzione dei pianeti è buona, se i pianeti sono buoni, cattiva, se sono malevoli, ma l’opposizione sempre è cattiva. Allo stesso modo la congunzione, ovvero l’amicizia e l’associazione tra gli uomini, è buona, se buoni sono gli uomini, cattiva se son maligni, giacché come spine sono gli uomini, che si abbracciono l’un l’altra. Quanto all’opposizione dei pianeti, essa è l’inimicizia tra gli uomini, che sempre è maligna, siano essi buoni o cattivi, giacché nessuno è lecito avere in odio il proprio fratello, onde Matteo: amate i vostri nemici [12], e colui che odia suo fratello rimarrà nella morte [13].


V, 14 - De zodiaco: alia moralitas

   Lo zodiaco rappresenta ciascun fedele, ma soprattutto l’uomo spirituale. Nello zodiaco vi sono infatti sei segni nei quali il Sole ascende e il giorno sempre s’accresce, ovvero il Capricorno, l’Acquario, i Pesci, l’Ariete, il Toro, i Gemelli; altri sei nei quali il Sole discende e il giorno scema: Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione e Sagittario. Allo stesso modo, in ogni uomo, in quello spirituale soprattutto, devono esservi sei gradi per i quali si ascende al Signore ed altri sei per i quali si discenda alla di lui cognizione. ¶ Il primo grado dell’ascesa a Dio è il biasimare i peccati, e questo significa il primo segno del Sole, dico il Capricorno, che altro non è che la capra, onde è scritto nel Levitico: che se qualcuno avrà peccato per ignoranza, porterà come offerta una capra senza difetto, per il peccato commesso [14]. ¶ Il secondo grado è il pianto, ed è significato dal secondo segno che è detto Acquario. Onde Geremia: purifica il tuo cuore dal male, o Gerusalemme, per essere salva! [15] Ed Isaia: ecco, la salita di Luith la fanno piangendo [16]. Ora, il termine luith è interpretato come guancia: per le lacrime che scendono sulle guancie, l’uomo ascende a Dio. ¶ Il terzo grado è il compiacersi dell’amarezza presente. Dice invero s. Agostino: il petto si duole del peccato e si rallegra del dolore. E ciò è significato dal terzo segno, che è detto Pesci, poiché i pesci si rallegrano nel mare ove hanno nutrimento. ¶ Il quarto è il guardarsi dal peccato e resistere ed è significato dal quarto segno che è detto Ariete, giacché l’Ariete si difende con le corna; allo stesso modo ilpenitente lo fa con la scienza e con la grazie, che sono due corna, onde il salmista: si esalteranno le corna del giusto [17]. E i Proverbi: il montone: non vi è re che gli resista [18]. ¶ Il quinto è una certa buona superbia ovvero l’indignazione contro il peccato, onde s. Gerolamo, parlando ad una vergine dice. apprendi la santa superbia; ed il filosofo: pur se sapessi che gli dei son pronti a perdonare e gli uomini ad ignorare, ciò nonostante rifiutiamo di peccare. E questo grado è designato dal quinto segno, il Toro, e questo è il vitello grasso di cui parla Luca [19], e il salmista: e a Dio sarà gradito un giovane vitello [20]. ¶ Il sesto grado è quando l’uomo si prende cura di faccende aliene, e questo è significato dal sesto segno, i Gemelli. E tale era Mosé, che si esclamava: Ma tu ora perdona il loro peccato, altrimenti cancellami dal libro della vita [21].

   Questi sono i sei gradi per i quali Salomone ascendeva al trono, vedi 3 Regum 10. Da qui poi, attraverso sei gradi, discende l’uomo umiliandosi. ¶ Il primo è la considerazione di se stesso, ed è il settimo segno designato dal Cancro, onde Nahum: cammina nel fango, pesta l’argilla, impasta i mattoni, prendi la forma [22]. ¶ Il secondo è la repressione di moti perversi, ed è significato dall’ottavo segno, il Leone. E come al ruggire del leone, gli animali fermano il passo, così quando l’uomo ruggisce per il dolore del cuore s’arrestano i moti perversi. Onde il salmista: diventava ruggito il fremito del mio cuore [23]. ¶ Il terzo grado è la considerazione della propria infecondità, giacché non siamo sufficienti a pensare qualcosa di buono da noi stessi, onde Gioele: lamentati come la vergne, cinta di sacco [24]. ¶ Il quarto è il ponderare i peccati e i benefici di Dio, che è segnato dal decimo segno, che è la Bilancia, onde l’Ecclesiaste: di ogni roba depositata metti per iscritto il dare e l’avere [25]. E ancora: oh, si mettessero sulla bialncia i miei peccati [26]. ¶ Il quinto è il rimorso della coscienza, che è descritto dall’undicesimo segno, lo Scorpione, che nella parte terminale ha la coda pungente, onde Ezechiele: abiti in mezzo a scorpioni [27]. ¶ Il sesto grado è la considerazione delle debolezze naturali, quali sono la fame, la sete e simili, che sono descritte dal dodicesimo segno, il Sagittario. Onde Geremia, nelle Lamentazioni: tese il suo arco e mi pose quasi bersaglio della freccia [28]. E nei Proverbi: finché una saetta non gli squarcia il cuore. E Giobbe: le frecce del Signore stanno fitte in me [30].


V, 20 - Duodecim signorum zodiaci alia moralitas

   I dodici segni del cielo ovvero dello zodiaco rappresentano inoltre per noi i dodici frutti dello spirito, ed invero dice Geremia: non abbiate timore dei segni del cielo [31]. E questa similitudine può esseere illustrata in tre modi. Anzitutto, dal numero dei segni, i quali sono appunto dodici, e l’apostolo, nella lettera ai Galati, enumera dodici frutti dello spirito, e dice: Quanto ai frutti dello spirito, essi sono: carità, gioia, pace, perseveranza, longanimità, bontà, benignità, mansuetudine, fedeltà, modestia, temperanza, castità [32]. ¶ Si deve poi notare che di questi dodici segni dello zodiaco, tre son detti essere di fuoco: Ariete, Leone e Sagittario; tre di terra: Toro, Vergine, Capricorno; tre di aria: Gemelli, Bilancia ed Acquario; tre di acqua: Cancro, Scorpione e Pesci. E sono disposti nelle quattro parti del cielo, siccome gli ignei sono in oriente, gli aerei in occidente, i terrei nel mezzogiorno, gli acquei nel settentrione. Lo stesso diciamo dei dodici frutti: tre sono ignei, giacché è proprio del fuoco illuminare, infiammare e consolidare, ed essi sono la fede che illumina, la carità che infiamma e la perseveranza che consolida. La fede invero illumina l’intelletto, la carità incendia l’affetto, la perseveranza consolida mediante l’esperienza delle avversità, al modo dell’incudine che si rafforza sotto i colpi del maglio. Altri tre frutti sono della natura dell’aria e ne seguono i suoi tre effetti, giacché l’aria rallegra, modera ed infiamma. La disposizione dell’animo è allietata da un aere illuminato, onde Tobia: E quale felicità posso sperare! mi trovo nel buio, non vedo più la luce del cielo! [33] Ancora, da un aere temperato il corpo è ben regolato, poiché il corpo del vivente è moderato dalla temperie dell’aria. Se infatti l’aria è temperata, il corpo si porta bene, se è intemperata, male. Inoltre, da un aere infiammato ferve l’umore collerico, come è ben palese nell’estate. ¶ Sono poi aeree la gioia, la modestia e la benignità: dalla presenza dello spirito santo proviene gioia nelle cose interiori, modestia in quelle esteriori e la benignità per il provvedere agli indigenti. Sono infatti chiamati benigni coloro che un buon fuoco fa ardere per aiutare i prossimo. ¶ Altri tre frutti hanno natura dell’acqua: la mansuetudine, la temperanza e la castità, poiché l’acqua ha la freddezza, la mutabilità e la facoltà di coagulare. Ora, la sua freddezza spegne il fuoco e ciò compete alla mansuetudine che raffrena e spegne l’ardore dell’iracondia. È invero proprio della mansuetudine vincere l’ira e frenare la stizza, come dice s. Ambrogio. Quanto alla mutabilità, comprime e restringe le acque in termini alieni, così come il flusso del mare si restringe sul litorale e si comprimono le vene delle fonti e le acque dei pozzi. L’umido infatti è ben delimitabile da termini non propri, come dice il Filosofo nel libro della generazione e della corruzione [34]. E questa compressione compete alla temperanza che restringe il flusso, ovvero il moto, della carne, giacché, come dice il Filosofo, il temperante soffre ma non è sedotto. ¶ Altri tre frutti possono dirsi della natura della terra: pace, longanimità e bontà. Proprio della terra è la quiete: essa non si agita e non si eccita, né dall’esterno, come è dell’aria che è mossa dal vento, né dall’interno, come è dell’acqua che fluttua. Onde il salmista: tenne saldo il globo della terra, che non si agita [35]. E questo compete alla pace, che fa sì che non siamo turbati dalle cose esteriori, né angustiati dai desideri interiori, onde Luca: dissero gli angeli: pace in terra agli uomini di buona volontà [36]. È inoltre proprio della terra la perpetuità, onde l’Ecclesiaste: la terra sempre rimane [37]. E questo compete alla longanimità. La terra poi ha abbondanza e comunanza di buoni frutti, e ciò compete alla bontà, mediante la quale condividiamo i beni con il prossimo. Onde il bene diffonde se stesso, secondo il detto dell’Apocalisse: in ogni buona opera fruttificanti.
In secondo luogo, esponiamo codesta similitudine tra i segni dello zodiaco e i frutti dello spirito, secondo la natura propria dei nomi dei segni e dei nomi dei frutti, giacché ogni segno ha un suo proprio nome che si accorda a un dato frutto. Il primo segno è chiamato Ariete e codesto animale giace ora su di un lato e ora su un altro e il tempo che giace sul lato destro è pari a quello in cui giace sul lato sinistro, poiché per tutta l’estate è coricato su un lato, per tutto l’inverno sull’altro [38]. Così il Sole, quando è in quella parte dello zodiaco che è detta Ariete, fa l’equinozio ed uguaglia i giorni e le notti artificiali. E ciò conviene alla fede, grazie alla qual l’uomo vive con serenità il giorno della prosperità e la notte dell’avversità, poiché la vera fede né ricerca la prosperità temporale, né teme l’avversità. Scrive san Paolo: per la sua fede, Mosé, fattosi grande, rinunziò al titolo di figlio della figlia di Faraone, preferendo essere maltrattato insieme col popolo di Dio, piuttosto ch godere delle gioie temporanee [39]. Egli pertanto non temé le avversità. ¶ Il secondo segno è detto Toro, poiché il Toro, solcando la terra, la feconda e l’arricchisce e pertanto, quando il Sole è nel segno del Toro, la terra è arabile e pronta all’agricoltura. E ciò conviene alla pace, poiché in tempo di pace le terre sono coltivate e i raccolti sono abbondanti, onde dice Giacomo: il frutto della giustizia è seminato nella pace [40]. ¶ Il terzo segno è chiamato Gemelli, poiché quando il Sole è in codesto è duplicata la virtù fecondante le cose inferiori. O ancora perché in estate, brevissime essendo le notti, quando una parte di questa costellazione tramonta, l’altra parte, anteriore, già ascende e sorge. Dicono inoltre i poeti che di questi gemelli, i cui nomi mitici sono Castore e Polluce, l’uno abita i celi e l’altro gli inferi. E questo si accorda alla carità che, mediante l’opera dello spirito santo che feconda la nostra vita, si duplica in noi, ovvero nell’amore di Dio e del prossimo. E pertanto diciamo che la parte anteriore ascende ed è in alto, ed è l’amore di Dio; e quella posteriore, che è in basso, è l’amore per il prossimo, onde non è possibile amare Iddio senza amare il prossimo, né amare il prossimo senza amare Dio. Onde, nella pima lettera di Giovanni: Qusto è il comandamento che abbiamo ricevuto da Dio: chi ama Dio, ami anche il proprio fratello [41]. ¶ Il quarto segno è chiamato Cancro ed il Cancro è animale retrogrado e quando il Sole percorre quella parte dello zodiaco compie una retrogradazione nell’ottavo grado del Cancro. Questo è proprio della modestia, ovvero nei costumi e comportamenti esteriori, che non oltrepassa il debito modo, ma piuttosto si ritrae in sé entro la giusta misura, secondo quanto dice l’apostolo: la vostra modestia sia nota a tutti gli uomini [42]. ¶ Il quinto segno è chiamato Leone, e secondo Isidoro [43] è animale di grande forza e caldissimo, soprattutto nella parte anteriore, segnatamente il petto. Così il Sole, quando entra in questo segno lancia i suoi raggi infocati ancora più ardenti che non verso la di lui fine, quando ne esce. E ciò s’accorda alla benignità ovvero alla nobile fiamma dell’amore [44], della quale avvampiamo nell’aiutare gli altri. E questa fiamma, che s’accende nel cuore, fa sì che gli uomini vogliono fare assai più di ciò che realmente possono compiere, onde l’apostolo, nelle sue raccomandazioni agli Efesini: siate benigni gli uni verso gli altri [45]. ¶ Il sesto segno è chiamato Vergine, a causa della sterilità, poiché quando il Sole entra in esso consuma con il suo calore gli umori e rende improduttiva la terra. E ciò è proprio della castità, ed in particolare di quella verginale, la quale, unita al calore dell’amore divino, consuma gli umori lubrichi della carne, sicché rimane sterile per la generazione carnale e si fa ricca e fertile nel frutto spirituale, onde Isaia: Esulta, sterile, che non hai generato [46]. ¶ Il settimo segno è chiamato Bilancia, secondo quanto dice Isidoro, dallo strumento del pesare, poiché il Sole in codesto segno eguaglia i giorni alle notti al modo che le cose sono eguagliate in peso nella bilancia, e quivi si fa l’equinozio autunnale. E ciò conviene alla mansuetudine che, nel mentre che comprime l’ira, fa soppportare con animo equo i mali che provengono dal prossimo, onde l’apostolo: nella mansuetudine e con pazienza sopportatevi gli uni gli altri [47]. E possiamo ancora dire che il giorno si eguaglia alla notte, poiché il merito della mansuetudine si giudica dal nocumento inferto. ¶ L’ottavo segno è chiamato Scorpione e così come lo scorpione retrocede e punge con l’aculeo della coda, allo stesso modo il Sole, in questo segno, è causa di lesione e puntura al corpo dell’uomo, giacché quando l’aere, a causa del freddo, ha una cattiva temperie, nuoce e punge prontamente, come osserva Isidoro. E ciò conviene alla temperanza, quando, a causa della cattiva temperie della carne, è talora punta dolorosamente dall’aculeo della tentazione. E sebbene sia talvolta offesa dalla tentazione, tuttavia, se non si acconsente, non opprime. Onde l’apostolo: se per mezzo dello spirito farete morire le azioni della carne, vivrete [48]. ¶ Il nono segno è chiamato Sagittario, poichè, come il sagittario lancia le frecce, così il Sole in questo segno ci manda grandini e piogge. Ed è segno che compete alla pazienza, poiché si sobbarca e sopporta le grandini delle persecuzioni e i rovesci dei travagli e delle afflizioni. ¶ Il decimo segno ha nome Capricorno, ed èil capro un animale cornuto che sempre va verso l’alto. E quivi il Sole fa il solstizio invernale ed inizia ad ascendere verso l’alto, verso l’Ariete e verso il Cancro [49]. E ciò conviene alla gioia: nessuno infatti prova una vera gioia se non colui che cerca le cose più alte, giacché la vera gioia non deriva dalla creatura, ma dal creatore, onde l’apostolo: siate sempre lieti nel Signore [50]. ¶ L’undicesimo segno è detto Acquario e secondo il mito si dice che fosse il coppiere degli dei, che versava acqua sulle loro mani e quindi ha un’urna. Ma in verità è detto Acquario, poiché quivi il Sole condensa l’aria in acqua e cadono piogge più che in altro tempo, secondo quanto dice Isidoro. E questo ben conviene alla bontà, ovvero all’effondere e all’accordare con abbondanza grazia e misericordia, poiché il bene diffonde se stesso. ¶ Il dodicesimo segno è detto Pesci, poiché in quel tempo nascono molti pesci, giacché i pesci sono soliti emettere il loro seme quando aumenta il calore del Sole e si dissolvono le umidità. E questo si accorda alla longanimità, grazie alla quale l’uomo, a guisa del pesce, non viene meno nelle acque delle tribolazioni, ma vive.



Virtù dei segni in Alberto di Codignola
Ariete fede
Toro pace
Gemelli carità
Cancro modestia
Leone benignità
Vergine castità
Bilancia mansuetudine
Scorpione temperanza
Sagittario pazienza
Capricorno gioia
Acquario bontà
Pesci longanimità



NOTE


1. I Cor. 7, 6: sed unusquisque proprium donum habet ex Deo, alius quidem sic, alius vero sic.

2. Luca 10, 7: nolite transire de domo in domum.

3. Ps. 17, 26-27: cum sanctus, sanctus erit (...) et cum perverso perverteris.

4. Eccl. 27, 13: in medio autem cogitantium assiduus esto.

5. Eccl. 10, 3: rex insipiens perdet populum suum et civitates inhabitabuntur per sensum potentium.

6. Eccl. 10, 2: secundum iudicem populi, sic et ministri eius; et qualis rector est civitatis, tales et inhabitantes in ea.

7. Jer. 9, 5: ut inique agerent laboraverunt.

8. Is. 47, 12: et cum multitudine maleficiorum tuorum in quibus laborast ab adolescentia tua.

9. Ez. 1, 18: totum corpus oculis plenum.

10. Ps. 118, 37 : averte oculos meos, ne videant vanitatem.

11. Eccl. 9, 8 : averte faciem tuam a muliere compta.

12. Matth. 5, 44 : diligite inimicos vestros.

13. Matth. 5, 22.

14. Lev. 4, 27-28 : quod si peccaverit anima per ignorantiam ... offeret capram immaculatam.

15. Ier. 4, 14 : lava a malitia cor tuum, Ierusalem, ut salva fias.

16. Is. 15, 5 : per ascensum enim Luith flens ascendet.

17. Ps. 74, 11 : et omnia cornua peccatorum confringam ; et exaltabuntur cornua iusti.

18. Prov. 30, 31 : et aries ; nec est rex qui resistat ei.

19. 15, 23.

20. Ps. 68, 32 : et placebit Deo super vitulum novellum.

21. Ex. 32, 31-32 : aut dimitte eis hanc noxam, aut si non facis, dele me de libro tuo quem scripsisti.

22. Nahu. 3, 14 : intra in lutum et calca, subigens tene laterem.

23. Ps. 37, 9 : rugiebam a gemitu cordis mei.

24. Joel 1, 8 : plange quasi virgo accincta sacco.

25. Eccl. 42, 7 : quodcumque trades, numera et appende, datum vero et acceptum omne describe.

26. Iob 6, 2 : utinam appenderentur peccata mea.

27. Ez. 2, 6 : et cum scorpionibus habitas.

28. 3, 12 : tetendit arcum suum et posuit me quasi signum ad sagittam.

29. Prov. 7, 23 : donec transfigat sagitta iecur eius.

30. Job 6, 4 : quia sagittae Domni in me sunt.

31 Jer. 10, 2 : a signis caeli nolite metuere quae timent gentes.

32. Gal. 5, 22-23.

33. Tob. 5, 12 : quale gaudium mihi erit, qui in tenebris sedeo, et lumen caeli non video ?

34. Arist., gen.corr. II, 2 ; 329b31 : «L’umido è ciò che non ha limite proprio, ma riceve facilmente i limiti che gli si impone».

35. Ps. 92, 1 : Etenim firmavit orbem terrae, qui non commovebitur.

36. Luca 2, 14 : et in terra pax hominibus bonae voluntatis.

37. Eccl. 1, 4 : terra autem in aeternum stat.

38. Cfr. Macrobio, sat. I, 21, 18 : «Infatti esso per i sei mesi invernali è coricato sul fianco sinistro e dall’equinozio di primavera sul destro, così come il Sole, a partire dallo stesso momento percorre l’emisfero di destra, e per il resto del tempo quello di sinistra».

39. Hebr. 11, 24 : Fide Moyses grandis factus negavit se esse filium filiae Pharaonis, magis eligens affligi cum populo Dei, quam temporalis peccati habere iucunditatem.

40. Iac. 3, 18 : Fructus autem iustitiae in pace seminatur, facientibus pacem.

41. 1 Io. 4, 21. Et hoc mandatum habemus a Deo : ut qui diligit Deum, diligat et fratrem suum.

42. Phil. 4, 5 : Modestia vestra nota si omnibus hominibus.

43. Etymologiarum XII, 2, 3-6.

44. Et hoc competit benignitati, scilicet bone ignitati amoris.

45. Eph. 4, 32 : estote autem invicem benigni.

46. Is. 54, 1 : Lauda, sterilis, quae non paris.

47. Eph. 4, 2 : cum omni humilitate et mansuetudine, cum patientia supportantes invicem in charitate.

48. Rom. 8, 13 : si enim secundum carnem vixeritis, moriemini ; si autem spiritu facta carnis mortificaveritis, vivetis.


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