Giancarlo Ufficiale
Novilunio del 22.9.2006 - 11h 46m 12s TU |
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L’eclisse totale di Sole che dà luogo alla sizigia è visibile quasi esclusivamente nell’emisfero sud, e quindi ininfluente presso queste latitudini. La considereremo pertanto solo in relazione ai nostri fini. Osserviamo una singolare coincidenza con la figura di Roma: il grado che lì culminava, l’11° della Bilancia, qui sorge. Con il risultato che gli stessi pianeti si uniscono all’angolo più nobile della fase; ne consegue che medesime sono le dignità sui luoghi e le configurazioni ad essi, e così pure la presenza nelle Case angolari, cadenti e solide. Muta peraltro la disposizione degli erranti negli emisferi diurno e notturno; qui tutti occupano l’emisfero ascendente. Marte e Mercurio sorgono essendo sotto i raggi: il primo che resterà invisibile per tutta la stagione, compiendo la sua levata eliaca soltanto alla vigilia della sizigia invernale non ha diritti sui luoghi del novilunio, mentre l’altro li possiede su entrambi (vedi la relativa tabella dei domini) e li testimonia per presenza. Meno robusta la situazione degli altri due detentori delle dignità dei luminari e dell’oroscopo: Venere è unita agli uni e disgiunta dall’altro, il contrario Saturno.
Accorderemo allora il primato sulla sizigia a Mercurio, incuranti passateci l’espressione dell’invisibilità, essendo questa la sua condizione prevalente. Peraltro sarà necessario analizzare gli influssi dei suoi signori, che sono per l’appunto Venere e Saturno, giacché entrambi lo testimoniano: la prima con la ricezione (essendo l’uno nel segno dell’altro), e Saturno con l’esagono sovreminente, tanto più efficace a causa della minor receptio tra i due; infatti Saturno è nei confini di Mercurio e questi nell’esaltazione e nella triplicità dell’altro. Tenteremo attraverso l’indagine di tutti questi elementi l’individuazione delle qualità prime della fase:
Il caldo prevale chiaramente sul freddo, e l’umido si impone sul secco, che pur non è assente. Tuttavia il caldo non sarà elevato e le temperature si discosteranno di poco dalle medie stagionali, mentre le precipitazioni, stando almeno a quanto sin qui esaminato, non sembrano assumere un carattere torrenziale. Non è possibile però dare un giudizio più circostanziato sulla stagione senza osservare l’influsso di alcuni astri inerranti, che concederanno il loro contributo in misura determinante. Il più notevole è quello di Arturo: ancora visibile ad ovest quando il Sole tramonta, nella figura sorge, e giace nel medesimo circolo orario di Mercurio, il dominatore. Lo troveremo poi, come si vedrà, unito all’angolo nobile del delicato e nodale novilunio del 12 ottobre, e ugualmente unito all’angolo nobile del successivo novilunio del 20 novembre mentre compie il suo tramonto eliaco. A questa stella insigne sono sempre state associate tempeste, piogge abbondanti e perigliose, venti turbinosi. Nel primo mese anche la Chioma di Berenice produrrà i suoi effetti: nella figura della sizigia si unisce a Venere, in quella del plenilunio si oppone alla Luna. Tale asterismo è umidissimo, ed efficace quando unito ad astri potenti o a cardini significativi.
Alla luce di tali considerazioni, fermo restando il carattere di instabilità e variabilità data alla stagione dalla natura del suo dominatore, sono presenti elementi che fanno temere che nei periodi che verranno di sèguito precisati, assisteremo a fenomeni atmosferici piuttosto veementi e perniciosi. Se ne potrebbe avere un qualche assaggio, seppure in sedicesimo, già durante le due prime settimane della stagione, che non solo saranno instabili, moderatamente calde, con alternanza di cieli sereni e nuvolosi, ma pure con gagliarde precipitazioni, più probabili il 22, 24, 25 e 26 settembre, l’1, 3 e 6 ottobre. Temperature in diminuzione durante le due settimane che iniziano con il plenilunio del 7 ottobre. Umidità accentuata con precipitazioni moderate ma persistenti, tranne nei giorni tra il 14 ed il 16 ottobre, quando si manifesteranno più impetuosamente, sia a causa della levata eliaca di Arturo, sia dello spirare dei venti causato da Mercurio e Giove, le cui luci sono riunite dalla Luna. Non frequente il tempo sereno. Anche il 7 non si scherza, mentre il giorno successivo vi sarà grande variabilità. Mirabili fenomeni si compiono durante la quindicina che principia con il novilunio del 22 ottobre. Il giorno seguente assistiamo al sinodo tra Sole e Marte a 29°45’ della Bilancia, in piena via combusta. E poiché la latitudine del malefico è abbondantemente inferiore a 1°, si tratta di un kazimi, ossia di un’unione in cui Marte è nel cuore del Sole. Venere, signore del loro domicilio, è assai da presso, a 28°46’, con una latitudine boreale di 1°05’, a sfiorare anch’essa il kazimi, che tecnicamente non c’è, e tuttavia l’esperienza ci insegna che differenze così minime sono amabilmente tollerate dai cieli, che sogliono produrre così effetti conseguenti. Peraltro l’unione tra Sole e Venere, una congiunzione superiore, si produce il 27 ottobre, a 4°11’ di Scorpione, e qui sul kazimi non ci sono dubbi, poiché la latitudine del benefico scende, seppur di poco, sotto 1°. Marte è a 2°45’ dello stesso segno e domina così tale unione. Esposta così la singolare situazione celeste, resta il compito più arduo, ovvero pronosticarne gli eventi. Poiché i pianeti implicati sono Venere e Marte (che si uniranno tra loro il 25 ottobre, sotto passatemi l’ennesima metafora la benedizione del Sole ma presso la magione di Marte, che provvederà a far gli onori di casa da par suo), riteniamo di poter equiparare codesti eventi ad una mega apertura delle porte, la cui perniciosità viene enfatizzata: a) dalla sovreminenza di Saturno che nella figura del novilunio sorge; b) dalla contemporanea unione tra Mercurio e Giove, che si compie subito dopo la fase, ed anche questi sono pianeti il cui incontro produce apertura delle porte. I due concentramenti planetari, per di più, sono connessi tra di loro, poiché sono equidistanti rispetto al meridiano ipogeo. Il periodo allora sarà caratterizzato da fenomeni atmosferici piuttosto veementi, con precipitazioni violente anche a carattere temporalesco e tempestoso, ed i venti stavolta non si risparmieranno, non solo a causa della predetta unione MercurioGiove, ma anche per il fatto che lo stesso Mercurio è giunto esattamente al suo ventre australe. Insomma, qualche tromba d’aria è da mettere in conto. Invero con i luminari, Venere e Marte si trova Spica, che forse potrebbe lenire un poco gli effetti perversi di tali formidabili configurazioni, che tuttavia trovano un ulteriore e potente sostegno da un’altra stella brillante, la citata Arturo, che nella figura occupa il Fondo Cielo, che costituisce l’angolo seguente del novilunio. E riteniamo quest’ultima stella più efficace dell’altra, a causa della sua presenza all’oroscopo nella sizigia. I picchi delle intemperie si verificheranno il 22, 23, 25, 28, 29 e 31 ottobre, l’1 e il 5 novembre. Temperature in ulteriore declino, inferiori alle medie del periodo corrispondente. Fenomeni in attenuamento, ma comunque sempre di un certo rilievo a causa del tramonto eliaco di Giove mal posto e corrotto dalla sovreminenza di Saturno, a partire dal successivo plenilunio del 5 novembre. Le temperature rimarranno sui livelli del periodo precedente. Tempo per lo più nuvoloso, senza che le precipitazioni assumano caratteri di continuità né di particolare impetuosità, salvo il 5, 6, 11, 12, 13, 17 e 20 novembre. Il che, ci si consenta, non è poco, né può lasciare del tutto tranquilli. Riprendono le manifestazioni particolarmente inclementi con il novilunio del 20 novembre: tutti gli erranti sono nel III Quadrante, con Saturno nel Luogo dell’anticulminazione che sovrasta gli altri. Inoltre Giove si toglie pure lui la soddisfazione di un sinodo nel cuore del Sole, trovandosi all’ultimo grado dello Scorpione. Le temperature subiranno un ulteriore calo, l’umidità prevale misuratamente sulla secchezza, esprimendosi però in modo incostante, complici sempre i venti, dacché Mercurio, dominatore della sizigia, torna a raggiungere il suo ventre, stavolta boreale. Fondamentale in questo senso l’apporto di Arturo, che proprio il 20 compie il suo tramonto vespertino, e nella figura della fase si pone all’angolo d’occidente, che è l’angolo seguente. Ma non basta. Antares è con Giove e con i luminari, e così le stelle della Fronte dello Scorpione. Ancora: Aldebaran, con le Iadi, dall’oroscopo si oppone all’angolo nobile e, di conseguenza, alla stessa Arturo, ed il giorno dopo essa ossia l’Occhio del Toro compie la sua levata eliaca vespertina. In altri termini, gli astri inerranti condizionano pesantemente queste due settimane. 20, 27 e 29 novembre, 3 e 4 dicembre le giornate peggiori. Proprio in corrispondenza del plenilunio del 5 dicembre, Giove compie la sua levata eliaca, essendo nel suo segno, e la sua azione allora sarà assai potente ed efficace, tanto da assumere il comando della fase. Temperature relativamente più miti rispetto al periodo precedente, ma tempo prevalentemente perturbato, vuoi per la sovreminenza di Saturno al benefico, vuoi ancora per i decreti emanati dalle inerranti: Antares opposto alla Luna (luminare del tempo), quest’ultima unita per circolo orario ad Aldebaran, Iadi, Menkalinan e Capretti e la Fronte dello Scorpione con Giove e Mercurio. I giorni di maggiore perturbazione sono presumibilmente il 10,11, 18 e 19 dicembre. Qui di seguito proponiamo una tabella sinottica che sintetizza i giudizi sin qui espressi, al fine di renderne più agevole la comprensione e la memoria.
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