Francesco Petrarca
|
Il Liber de exemplis centum geniturarum fu scritto dal Cardano quarantenne prima del suo commento al Quadripartito di Tolomeo. Ne è segno, più che l'ambigua "domificazione uguale", un modo del giudizio a lui peculiare e che aveva stupito il Retico in occasione del suo soggiorno a Milano nella primavera del 1546. Dopo la stesura del commento a Tolomeo il Cardano abbandonò alcune cose, quali la "domificazione uguale" e il considerare l'unione tra stelle inerranti e pianeti per gradi zodiacali (secundum gradum). [GB]
Francesco Petrarca nasce ad Arezzo (11°53' Est, 43°28' Nord) il 20 Luglio 1304. Queste le longitudini dei pianeti che abbiamo ricalcolato per il sorgere di 0°46' di Leone, alle ore 3h40m35s di tempo universale: Sole 4°37' Leone, Luna 4°36' Pesci, Saturno 3°37' Bilancia, Giove 5°39' Vergine, Marte 13°21' Cancro, Venere 27°33' Gemelli, Mercurio 4°52' Leone. Queste le latitudini: Luna +5°01', Saturno, +2°22', Giove +1°05', Marte +0°51', Venere -1°20', Mercurio +1°44'. Nella figura di Cardano Mercurio appare accanto all'oroscopo, ed è riportata una sola longitudine, 0°46' di Leone, come se il pianeta fosse esattamente sull'orizzonte, privo di latitudine. In realtà Mercurio si trova a 4°52', molto vicino al Sole per longitudine. Possiamo pensare che questo errore del giovane Cardano sia avvenuto nella fase di stesura della figura, poiché nel testo leggiamo «E queste cose dimostra Mercurio all'ascendente nel grado prossimo al Sole». Va notato tuttavia che, tra il Sole e Mercurio, il più vicino all'orizzonte è il secondo, a causa della sua latitudine di 1°44' nord. La genitura di Petrarca è presente anche nelle opere di Francesco Giuntini (Speculum Astrologiae, Lugduni 1581) e di Luca Gaurico (Tractatus Astrologicus in quo agitur de praeteritis multorum hominum accidentibus per proprias earum genituras ad unguem examinatis, Venetiis 1553). Entrambi riportano due volte la longitudine di 0°46' di Leone: una volta per l'oroscopo e una volta per Mercurio, ripetendo e rendendo ancora più manifesto l'errore di Cardano. Gaurico pone 14°16' di Ariete al culmine, con un'ascensione retta di 13°07'. Questi valori corrispondono alle tavole dell'epoca, calcolate per un'obliquità dell'eclittica di 23°31'. Dalla distanza tra il grado che sorge e quello che culmina possiamo anche capire che la figura di Gaurico venne redatta per il polo 43°00' anziché per l'esatta latitudine di Arezzo. In realtà, nel 1304, l'obliquità dell'eclittica era di 23°31'44" e facendo sorgere 0°46' di Leone ad Arezzo (polo 43°28', ore 3h40m35s TU), culmina 13°51' di Ariete, AR 12°44'. Le "piccole stelle" con Giove sono Chi, 59 e 56 Leonis, nelle zampe posteriori del Leone. Le stelle con Marte sono le quattro nella coscia di Polluce, delta Geminorum (Wasat), 63, 61, 56 Geminorum, alle quali va aggiunta HR 2951, una debole stella di magnitudine 5,90 nel fianco del gemello, dalla quale Marte ha una separazione angolare inferiore al grado. Venere è tra le gambe dei Gemelli e la stella di terza grandezza indicata da Cardano è senza dubbio Tejat Posterior, nel piede, dalla quale il pianeta dista poco meno di tre gradi; nella stessa zona vi è una stella un poco più vicina a Venere, nu Geminorum (distanza 2°18'), ma è di quarta grandezza. Mercurio si trova nella zona compresa tra la chela orientale del Cancro e il muso del Leone e Cardano ripete l'errore della figura considerando Mercurio congiunto all'ascendente (Cum Mercurio & ascendente...) e unito a una stella all'inizio della chela, Acubens, alpha Cancri (longitudine è 123°56', latitudine -5°08'). In realtà Mercurio è più avanzato e la stella più vicina è pi Cancri, al limite estremo della chela (longitudine 126°57', latitudine -1°). I due luminari, dei quali Cardano non parla a proposito delle stelle, sono strettamente congiunti per grado di passaggio a due stelle di prima grandezza: il Sole a Sirius e la Luna a Deneb, la brillante del Cigno, di natura Venere-Mercurio [MF] |
Sulla vita e le opere di Francesco Petrarca: