Giuseppe Bezza
La «profezione». Linguaggio Astrale 104, settembre 1996. |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Forse non tutti coloro che conoscono il termine profezione o che ne hanno un'idea certa o vaga sanno da dove trae la sua origine. È un vocabolo che non figura nella lingua italiana e neppure possiamo dire che è un neologismo: lo usano solo pochi astrologi, i quali fanno opinione nel mondo letterario meno di quanto una rondine faccia primavera. Chiediamoci allora da dove proviene. Apparentemente dal latino profectio, nome verbale di proficiscor, che ha il senso proprio di "partenza" e quello metaforico di "origine". Chiediamoci qualcosa di più: da chi è stato usato e a partire da quale periodo e per quanto tempo. Troviamo questo termine nella letteratura astrologica dalla fine del XV secolo alla metà del XVII secolo. Un periodo assai breve. Ma ciò che è più interessante è che questo termine appare solo dopo la nascita della stampa e più precisamente in un'epoca in cui l'elegante scrittura gotica libraria cede il passo a caratteri tipografici più vicini ai nostri. Conseguenza di questo passaggio è lo scioglimento di numerose abbreviazioni tipiche dei manoscritti medioevali. Fra queste abbreviazioni, ve ne erano alcune che si prestavano a qualche ambiguità, ad esempio la p con un breve trattino sottoscritto che ne attraversava ortogonalmente la gamba e che poteva valere sia "per", sia "pro". Ora, la forma corretta del nostro termine è perfectio, "compimento", da perficere, "condurre a termine", "terminare" e profectio ne costituisce una corruzione. Ne abbiamo una chiara testimonianza in un passo di Eleuterio Eleo Zebeleno: Gli indizi generali del compimento sono i fondamenti che procedono, anno dopo anno, di segno in segno: a partire dall'oroscopo o dal culmine o da un qualunque astro. Ed il signore di quel segno in cui giunge il compimento a partire dal segno dell'oroscopo di natività, anno dopo anno, quell'astro è il cronocratore ovvero signore dell'anno. Eleuterio scrive nella seconda metà del XIV secolo in Mitilene, città nell'isola di Lesbo. Il suo sapere astronomico-astrologico è profondamente contaminato dalla letteratura araba. Ce lo dimostra l'uso di termini tecnici traslitterati dall'arabo e quindi tradotti in greco: talêl = dalîl = significatore, chasìm = qâsim = divisore, etc. Del termine "perfectio" Eleuterio non ci dà la traslitterazione del vocabolo arabo da cui proviene, ma solo il suo corrispondente greco: teléiôsis, che significa appunto "compimento", "realizzazione". Possiamo quindi concludere che la voce "profezione" nasce per corruzione da un termine arabo che viene tradotto in modo appropriato sia nel mondo bizantino, sia nell'occidente latino con vocaboli tra loro corrispondenti: teléiôsis, perfectio. Si deve tuttavia osservare che entrambe le traduzioni non rendono appieno l'accezione della voce araba originaria, intihâ', che significa "termine", punto di arrivo". La trasmissione di termini tecnici del lessico astrologico dall'arabo in greco e in latino non significa che le tecniche rispondenti a quei termini siano originarie dell'astrologia araba. La tecnica della "perfectio" è presente in tutti i grandi astrologi di lingua greca, in assenza tuttavia di un termine tecnico specifico che la definisca. Con la sola eccezione di Vettio Valente, che dedica la quasi totalità del IV libro delle sue Antologie a questa tecnica. Vediamone in breve i fondamenti. La figura della natività, che non potrebbe essere concepita in quanto immobile, soggiace ad un moto regolare ed uniforme, anno dopo anno, secondo un ciclo duodecennale. Se ad esempio un tale nasce al sorgere della Vergine, l'anno seguente il segno della Bilancia sarà giunto al sorgere e quello della Vergine, procedendo verso il culmine, sarà nel XII luogo. Il terzo anno presso il sorgere sarà giunto il segno dello Scorpione e così di seguito. Secondo questo moto regolare, terminato il ciclo dei 12 anni, questo nostro essere umano nato al sorgere della Vergine, compiuti 12 anni, sarà entrato nel tredicesimo anno e di nuovo il segno della Vergine sarà presso il sorgere. Abbiamo visto che gli Arabi chiamano questo segno intihâ', punto di arrivo, i latini "perfectio" ovvero compimento, mentre gli astrologi di lingua greca lo denominano comunemente "segno dell'anno". Conseguentemente il signore di questo segno è detto cronocratore ovvero "signore dell'anno". Nel capitolo 11 del quarto libro Valente pone un esempio di questa tecnica e la definisce in un modo articolato. Sia, egli dice, la seguente genitura (corrispondente all'8 febbraio del 120) e vogliamo dare un giudizio sul trentacinquesimo anno. Valente divide 35 per 12, considera il resto, 11 e lo distribuisce a partire dal segno che sorge: l'undicesimo segno dalla Vergine è il Cancro, che diviene pertanto segno dell'anno. Avviene come se la disposizione generale del cielo si muovesse rispetto alla terra immobile: non vengono infatti alterati i 12 luoghi o case, sono i segni e gli astri in essi presenti, quasi infissi, a transitare di casa in casa per transito regolare ed uniforme. Valente distingue fra chi "transita" e chi "accoglie", usando di tempo in tempo due espressioni, una concisa e un'altra che ha il valore di una definizione tecnica. Il segno di "perfezione" dell'oroscopo o segno dell'anno è il Cancro ove in natività è Saturno. Egli allora dice: l'oroscopo transita su Saturno e Saturno l'accoglie o più precisamente: l'oroscopo trasmette la propria natura al Cancro e Saturno che è in Cancro l'accoglie e dispone nell'anno questa natura. Dichiara in seguito che le "perfezioni" dell'oroscopo, della Luna, di Marte e di Venere sono le più efficaci in questo XXXV anno, senz'altro perché giungono in luoghi cosiddetti pieni, ove vi è presenza di astri nella natività. Abbiamo pertanto lo schema seguente:
E poiché vari sono i significatori dei diversi accidenti che accadono all'uomo, Valente li definisce concisamente nel modo che segue, in una forma simile a quella di Tolemeo e simigliantissima a quella che Retorio riprenderà alla fine del VI secolo: Quando vogliamo investigare della vita e delle attività connesse al corpo o all'animo, procediamo dall'oroscopo. Per quanto è della gloria, della dignità, splendore, del padre e delle persone maggiori, è la natura del Sole che meglio conviene a dare il giudizio; compiremo quindi la progressione degli anni a partire dal Sole. Per quanto riguarda i pericoli al corpo, le debolezze, le effusioni di sangue, la madre dalla Luna. Per le azioni, i mezzi di vita, la professione dal culmine supremo. Per la prosperità e le acquisizioni dalla sorte di fortuna. Riguardo alle occasioni mortifere, i mutamenti e i tormenti dall'occidente. Per le cose stabili, i fondamenti, i possessi, le cose nascoste e le faccende che concernono i morti dal culmine inferiore. Per ciò che riguarda le donne, le relazioni, le unione e ogni cosa che ha natura femminile da Venere. Per le cose militari e per ogni pubblico affare da Marte. Per il venir meno delle attività, per il patrimonio, per le sofferenze nascoste, per l'eredità paterna da Saturno. Per la fama, l'amicizia, gli appoggi, il patrimonio da Giove. Per le associazioni, i servi, gli schiavi, il dare e l'avere, gli scritti da Mercurio. Ma fra tutte le "perfezioni" di questi significatori le più importanti, avverte Valente, le "assolute", sono quelle dell'oroscopo, del Sole e della Luna. Quella dell'oroscopo ha poi un suo significato in qualche modo preminente, come già appare in Doroteo e in Paolo d'Alessandria e verrà ratificata più tardi dagli Arabi, che chiameranno con voce persiana, salkhudâh ("signore dell'anno") il signore della perfezione dell'oroscopo, assumendolo ad interprete privilegiato dell'andamento generale dell'anno. Siamo quindi di fronte a un procedere ciclico regolare, che si ripropone ogni dodici anni sempre uguale a se stesso. Commentando l'ultimo capitolo dell'ultimo libro di Tolemeo, Cardano osserva che nella distinzione dei tempi futuri è necessario assumere a fondamento una processione ordinata ed uniforme e che Tolemeo ne dichiara tre. Nella prima, quella per età, l'ordinamento seguito è quello medesimo delle sfere, dalla Luna a Saturno; nella seconda, che oggi molti chiamano direzione primaria, si segue l'ordinamento dei confini dei pianeti; infine, nella terza, che è quella delle "perfezioni", si segue l'ordinamento dei dodici segni a partire da quello levante. E se in questa triplice distinzione non vi è posto per le rivoluzioni, prosegue il Cardano, è perché la rivoluzione non avviene mediante un procedere uniforme, ma di un moto alterativo. Siano legittime o meno queste osservazioni, l'uniformità di un ciclo che ripropone uguali disposizioni ad un ritmo regolare di dodici anni costituisce il fondamento innegabile delle "perfezioni". Dice Vettio Valente: poniamo che un tale abbia figli in un dato tempo. Ritornando in seguito la medesima trasmissione (paràdosis) e giungendo al sommo fiore dell'età o a quella declinante, produrrà nuovamente figli o comprerà schiavi o alleverà altri a guisa di figli o gli giungeranno preoccupazioni a causa dei figli. Poniamo che un tale sia giunto al comando o ad un posto di autorità in un dato tempo del ciclo. Ritornando la medesima configurazione temporale ed avendo la genitura un buon fondamento, riceverà nuovi comandi e dignità; se per contro è mediocre o ritorneranno le medesime cose o non vi sarà che l'apparenza. Poniamo infine che un tale abbia preso moglie: nel ciclo successivo avrà preoccupazioni riguardo all'unione o si sposerà nuovamente o gli accadrà quant'altro riguardi le donne. In altre parole: poniamo che io sia nato quando la Luna illuminava lo Scorpione e Giove la Vergine. Vi sarà "perfezione" o intihâ' della Luna alla Vergine e su Giove mediante il numero 11, quindi all'undicesimo anno, poi al ventiduesimo, quindi al trentatreesimo, etc. La prima volta potrà la condizione di mia madre migliorare, la seconda volta potrei prender moglie, la terza avere appoggi dai potenti, la quarta nascita di figli, la quinta comandi e dignità, la sesta il compimento di inattese speranze, etc. Poniamo in seguito che Marte sia in Leone e la Luna in relazione sfavorevole, intendo di luce crescente e in natività diurna. La Luna compirà "perfezione" in Leone e su Marte mediante il 10: al decimo anno, al ventiduesimo, al trentaquattresimo e così via. E queste "perfezioni" significheranno ora pericoli e malattie, ora effusioni di sangue, ora separazioni familiari, ora inimicizie, ora accuse, ora la morte della moglie, ora quella della madre e infine la mia morte medesima. Tuttavia i brevi giudizi esemplificati avverranno in questo o in quel tempo e in quella forma semplice descritta alle seguenti condizioni:
Quando l'astrologo giudica il futuro deve necessariamente compiere le direzioni di tutti i luoghi, degli astri e delle sorti e valutarne le figure. Queste suscitano gli eventi maggiori, che racchiudono tutti i vari accadimenti della vita, ed essi sono pigri al giungere in atto e difficili a rimuovere. Deve poi considerare, di tutti gli elementi predetti, le singole "perfezioni", le quali suscitano una disposizione originaria che è di per sé indifferente rispetto all'accadimento reale, poiché non ha in se stessa le condizioni che esprimono le forme della sua attuazione. Queste forme risiedono negli ingressi dei pianeti all'atto del ritorno del Sole e nella disposizione generale della figura della rivoluzione dell'anno. Tuttavia, chi non conosce i luoghi delle "perfezioni" ignora quali siano gli astri che assumono questo o quel dominio nell'anno e non può avere conoscenza della forma reale degli eventi. Poniamo ad esempio che al mio LVIII anno la Luna culmini nella figura della rivoluzione annua e si opponga a Marte. Ora, poiché 58/12 dà resto 10 e 10 è il numero mediante il quale la Luna compie "perfezione" al segno del Leone e su Marte, la figura descritta è segno di sciagura improvvisa per incendio o crolli e pericolo di morte. Ma se l'opposizione di Marte alla Luna di cui abbiamo detto avvenisse nel mio LIX anno, poiché 59/12 dà resto 11 e 11 è il numero che esprime la "perfezione" della Luna al segno della Vergine e su Giove, non correrò pericolo di morte e il segno di sciagura svanisce, soprattutto se Giove testimoniasse da qualsivoglia parte e modo la Luna nell'anno. Nel primo caso, infatti, Marte ha un dominio sulla Luna dell'anno, nel secondo il dominio è di Giove. Chi giudica il futuro deve pertanto rivolgere grande attenzione al rapporto tra "perfezioni" e rivoluzioni degli anni. Vettio Valente esprime questo rapporto nel passo che segue, che traduco con l'aiuto di qualche parafrasi e integrazione per renderne più intelligibile il senso tecnico. 1. Tutti gli avvenimenti che possono accadere nella vita giungono secondo le "perfezioni" (paradóseis, trasmissioni). Esse acquisiscono nondimeno una varietà estrema, a causa delle configurazioni generali del tempo, delle rivoluzioni degli anni, degli ingressi e delle apparenze degli astri, giacché tutte queste configurazioni sono forme dissimili le une dalle altre. Quando infatti gli astri del tempo <della rivoluzione> fanno il loro ingresso <negli spazi> del transito degli astri <o dei luoghi> a partire dal tempo della genitura o sugli astri che ne accolgono il transito o negli angoli, governano il tempo secondo la loro propria natura e sono pertanto essi che produrranno il bene o il male o confermeranno l'evento rendendolo più forte o al contrario impediranno che giunga in atto. 2. Giudicheremo saldo e certo l'evento quando l'astro che compie il suo ingresso <sul luogo del transito (paràdosis) di un dato astro> ha figura concorde rispetto a questo astro o quando gli astri che transitano mostrano, rispetto a quelli che li accolgono, una figura simile a quella del tempo della natività. Ma se i tempi generali indicassero una cosa, l'alternarsi dell'anno e gli ingressi degli astri un'altra, vi sarà una condizione media degli eventi. 3. Di norma, quando l'astro che compie trasmissione o l'accoglie appare <nel suo ingresso> sotto i raggi del Sole deve essere reputato inattivo e dissolvente; e se fosse volto al ben fare, altro non mostrerebbe che l'apparenza. Se poi le tre direzioni del Sole, della Luna e dell'oroscopo significassero cose dissimili, l'anno sarà vario. Sovente invero accade che quando <dai luoghi principali> non proviene una trasmissione (paràdosis) che abbia una medesima e definita propensione, sono i tempi generali a indicare eventi cospicui e notevoli. Per questa ragione occorre assumere da lì (dalle direzioni dell'oroscopo, del Sole e della Luna) il principio originario e considerare in seguito i tempi annuali. Cerchiamo di spiegare in parte, ma con parole chiare, questo passo di Valente. In tutti e tre i paragrafi con l'espressione "configurazioni generali del tempo", "tempi generali" l'astrologo antiocheno intende i tempi e le figure che provengono dalla direzione prima della sfera (le cosiddette "direzioni primarie"). Nel primo paragrafo dichiara le tre forme fondamentali del giudizio che riposano sulla direzione prima, la quale dà i tempi generali, la trasmissione (paràdosis) o "perfezione", la rivoluzione annua. Riguardo alla seconda forma pone come luoghi significanti quelli dell'astro che transita e quelli dell'astro che accoglie: nell'esempio di Valente, luogo del transito della Luna al XXXV anno è la Vergine, luogo dell'astro che l'accoglie, Marte, è il Cancro. Infine, riguardo alla terza forma, definisce le condizioni di forza degli astri del tempo della rivoluzione annua, ovvero gli astri che fanno il loro ingresso. Queste condizioni sono due: la configurazione e l'apparenza, phàsis, intese nella loro essenza: configurazione rispetto agli angoli della figura, apparenza invece per quanto è della luce degli astri rispetto alla luce del Sole: se accresce o diminuisce, se latita o è manifesta, se è giovane o vecchia. Poste queste premesse, segue la conclusione: sono gli astri che fanno ingresso quelli che assumono la virtù apotelesmatica ovvero la facoltà di produrre gli eventi. E l'ingresso, spiega, si ha da considerare rispetto a tre luoghi: il luogo ove è giunto un dato astro significatore per il moto della direzione prima, il luogo del suo transito (paràdosis) in virtù del procedere uniforme delle "perfezioni" e il luogo dell'astro che l'accoglie. Nel secondo paragrafo espone le condizioni di efficacia degli astri che fanno l'ingresso, la quale si basa sulla testimonianza, nella figura della rivoluzione, con gli astri che transitano e di quelli che transitano con quelli che li accolgono e sulla riproposizione di figure analoghe a quelle del tempo della natività. Si osservi che i giudizi formulati da Albumasar nel suo libro sulle rivoluzioni degli anni nelle natività (ripresi poi parzialmente dal Giuntini), si fondano unicamente su questo presupposto. Nel terzo paragrafo pone ad esempio una condizione di debolezza e sceglie fra tutte la più grave, che ottunde, annulla o perverte la disposizione uniforme del transito. Quindi accenna a modi che si presentano anomali rispetto agli schemi dati. A questo punto due osservazioni in breve rispetto al primo paragrafo: tre saranno i luoghi quando l'astro transita in un luogo "pieno", come la Luna del XXXV anno che dallo Scorpione transita alla Vergine ove vi è la stella di Marte nella genitura e questo non è sempre dato. Inoltre, Valente non fa menzione dei luoghi cosiddetti radicali o della genitura e il motivo è il seguente. Egli ha a cuore l'esposizione ordinata e conseguente della dottrina. La trasmissione o perfezione deve essere intesa come un procedere uniforme del cielo che tutto abbraccia e ci circonda. Il circondato rimane necessariamente immobile rispetto al circondante. Immobile, quindi, ogni riferimento relativo allo spazio locale: i principi del nostro orientamento, i luoghi ove soffia la tramontana o l'austro non mutano. D'altra parte, noi che siamo composti di terra e di cielo mutiamo nel tempo rimanendo tuttavia uguali a noi stessi. Questo modo del mutare gli astrologi di lingua greca lo esprimono talora con termini che sembrano provenire dalla filosofia naturale di Aristotele: un mutamento di quantità, un più o un meno, come è ad esempio di chi, essendo sano, si ammala o del malato che guarisce. Se ad esempio in natività la Luna è in Scorpione e nel XXXV anno è in Vergine non significa che la persona da sfacciata diviene modesta, da ardita e risoluta si fa riflessiva o pensosa. Significa che quanto riguarda il benessere fisico, la condizione della madre, la convivenza e in generale le affezioni dell'animo sono in quell'anno governate da Mercurio, secondo la natura che Mercurio ha in natività e secondo la disposizione che Mercurio assume nella figura della rivoluzione. Se tuttavia, come nell'esempio, nel segno della Vergine vi fosse un dato pianeta, quello prenderà il diritto di significare le cose indicate dalla Luna. * * * Sono ora necessarie alcune parole sul calcolo delle perfezioni. Innanzitutto, possiamo notare che la letteratura sulle "perfezioni" o trasmissioni o transiti come meglio vogliamo chiamarle, viene continuamente riproposta dagli astrologi. Talora per semplice dovere di trasmettere i giudizi della tradizione. Andrea Argoli, ad esempio, intorno alla metà del XVII secolo, assolve a questo compito, ma premette che lo fa per dovere di informazione e basta, in quanto constata che la loro veridicità è scarsa. D'altro canto, poiché gli elementi di cui l'astrologo dispone sono numerosissimi, occorre in primo luogo che la teoria sia salda e che chi giudica possa farlo con criteri inerenti al giudizio medesimo, che proceda quindi per via filosofica e dialettica, evitando quanto può prestarsi ad una sorta di "identification-game". Placido Titi, dal canto suo, di poco più giovane del suo collega padovano, le rifiuterà recisamente, poiché non trova in esse alcun principio matematico accettabile. Vediamo la questione da più vicino. Di norma, i testi che ci trasmettono il modo in cui si produce il movimento ciclico e regolare delle perfezioni l'espongono come se si trattasse di aggiungere 30 gradi zodiacali ad ogni luogo (o casa) ed astro e sorte. All'interno dello spazio di 30 gradi si collocherebbe la perfezione annua. Portiamo ad esempio la natività di una ragazza che subì violenza e i cui dati sono stati raccolti da G. Bordoni (Dati di nascita interessanti, vol. III, s.v. Caputi).
Consideriamo l'anno compreso tra il novembre del 1975 e il novembre del 1976. In questo periodo di tempo la ragazza fugge di casa nel gennaio del 1976, si reca a Roma per lavorare e il 30 agosto del 1976 subisce violenza da un gruppo di giovani. L'astrologo dei secoli XV, XVI e XVII direbbe che il moto ciclico delle perfezioni sono giunte al sesto segno e formerebbe una tabella sinottica composta nel modo seguente, prendendo in considerazione i cinque significatori principali, secondo quadr. IV, 10:
La tabella mostra per ogni anno, da 1 a 60, gli spazi delle "perfezioni" dei cinque significatori che chiameremo, per brevità, "tolemaici". Consideriamo questi spazi relativi agli affanni, mutamenti e violenze occorse a 17 anni compiuti, ovvero nel XVIII anno di vita: dividiamo 18 per 12 e abbiamo resto 6. Diciamo che lo spazio delle "perfezioni" sarà compreso tra 6 e 7: - per l'oroscopo da 2°24' Bilancia a 2°24' Scorpione, per il Sole da 28°46' Ariete a 28°46' Toro, per la Luna da 6°20' Vergine a 6°20' Bilancia, per la sorte di fortuna da 2°53' Capricorno a 2°53' di Acquario, per il Mediocielo da 17°27' Gemelli a 17°27' Cancro. Questo calcolo non è corretto. Chi ha familiarità con i calcoli che i giudizi d'astrologia richiedono e sa valutare la bontà di un calcolo dalla teoria dei moti, comprende che il cielo che ci circonda può muoversi attorno al circondato solo mediante il moto del primum mobile. Porto a sostegno solo un passo di Ibn Ezra (Opera fo. 57v) ove si avverte che nel calcolo degli spazi della "perfezione" (che nella versione latina sono resi con un calco dall'arabo intihâ': "finis", "signum finis"), occorre operare con le tavole delle ascensioni rette e delle oblique. Questa dichiarazione sottintende che, riguardo ai luoghi della genitura che non culminano e non sorgono bisognerà operare con entrambe, ovvero con le ascensioni miste. Cerchiamo di spiegare. Nel primo anno di vita il segno dell'anno (signum anni, signum finis, intihâ' o "perfectio" dell'oroscopo) è, al suo inizio, il grado medesimo che sorge, nel nostro esempio 2°24' del Toro. Quando il nativo ha compiuto un anno ed è entrato nel secondo anno di vita, il primum mobile si sarà mosso e il grado che sorge sarà salito verso il culmine di una quantità pari alla sua doppia ora temporale. La misura di questa quantità è data dall'ampiezza di una casa, poiché ogni casa si compone di due ore temporali. Si deve notare che vi è qui un concetto fondamentale dell'arte astrologica, che data dall'inizio dell'arte medesima, senza il quale non è possibile prevedere né la durata della vita, né collocare con precisione un evento futuro. la figura animata mostra il ciclo delle 12 profezioni lungo Il calcolo, per quanto riguarda gli angoli della figura, è semplice. Prendiamo la doppia ora temporale diurna del grado dell'oroscopo e la sommiamo all'ascensione obliqua dell'oroscopo medesimo tante volte quante si vuol far salire questo grado: ovvero tre fino al culmine, sei fino al tramonto. Se si vuole procedere oltre, prendiamo l'intero arco diurno del grado dell'oroscopo, vi aggiungiamo l'ascensione obliqua dell'oroscopo medesimo e alla somma addizioniamo la doppia ora temporale notturna del grado dell'oroscopo, tante volte quante ne richiede la bisogna: tre fino al culmine inferiore, sei fino al sorgere. O più semplicemente: aggiungeremo all'ultimo valore ottenuto la doppia ora temporale notturna dell'oroscopo e procederemo al medesimo modo.
Per conoscere la successione delle perfezioni del mediocielo è sufficiente conoscere le sue ascensioni rette, che sempre si ottengono sottraendo 90 gradi dalle ascensioni oblique dell'oroscopo. Tramutiamo quindi i valori di ascensione retta in longitudine zodiacale. Esempio: per il secondo anno l'ascensione obliqua dell'oroscopo è 52°41'. Pertanto: (360 + 52°41' - 90) = 322°41' ARMC, pari a 20°17' dell'Acquario. Apparentemente meno semplice è il calcolo degli spazi di perfezione dei pianeti e delle sorti. Il concetto è nondimeno il medesimo. Posta come infissa la "virtù locale" dell'astro, si deve esaminare quale grado dello zodiaco giunge ad esso. Calcoliamo nel nostro esempio lo spazio di perfezione del Sole per il secondo anno. Vediamo che il Sole è nel settimo luogo e dista dal culmine 4 ore, 25 minuti e 24 secondi. Tramutiamo questa distanza oraria in gradi d'equatore, moltiplicandoli per 15 (66°21'), quindi la sottraggo, trovandosi il Sole in un quadrante femminile (se fosse in un maschile, l'aggiungerei) dall'ascensione retta del mediocielo del secondo anno: 322°41' - 66°21' = 256°20'. Il risultato ottenuto è la posizione in mundo del Sole espressa in discensioni miste. Si tratta pertanto di convertirla in gradi zodiacali. Questo possiamo fare mediante tavole di ascensione obliqua, conoscendo il circolo orario del Sole (33,84) ed entrando nei valori diametralmente opposti. O ancora, sottraendo 180 gradi, assumere 76°20' come ascensione obliqua ideale di un grado zodiacale che sorge alla latitudine geografica di 23°50'. In ogni caso, il risultato che otteniamo è 2°56' Capricorno. Questi calcoli devono essere compiuti per tutti i pianeti e le sorti e per tutti gli spazi annui delle perfezioni, affinché gli elementi dell'elaborazione del giudizio siano completi. Alla complessità del calcolo può supplire la pratica; alla ripetitività, la sua matematizzazione in un programma di calcolo. Infine, al fastidio che può derivare dalla complessità, è di stimolo la certezza del giudizio e la bellezza di cogliere nel segno. Tutte queste cose dichiarate, una tabella delle perfezioni corretta si presenterà a noi nella forma seguente:
Prima di dare un giudizio sull'anno in cui la ragazza subì violenza, osserviamo la figura di natività. L'opposizione di Marte al Sole, avvenendo in segni contrari, indica un padre debole nelle sue attribuzioni paterne, e violento, poiché Marte è presso la sorte del padre. E si osservi come qui Marte indica la violenza, in quanto è astro notturno che occupa un angolo in una genitura diurna ed è quindi contro la propria fazione. Il padre è inoltre una persona che poco si occupa della famiglia e pratica l'adulterio: lo dimostra Venere, che ha signoria sulla sorte paterna e familiarità con Marte per declinazione. Non vi è inoltre concordia tra i genitori, per la quadratura che intercorre tra la sorte del padre e quella della madre, per l'assenza di figure tra la Luna e il Sole, per la testimonianza che Marte invia ad entrambi i luminari: al Sole nel modo predetto, alla Luna per l'equidistanza orizzontale. D'altro canto, quando i luminari sono incongiunti e la sorte di eros è con uno di essi, la sorte dimostra che l'amore tra i genitori è da una sola parte. Inoltre, poiché Venere è priva di luce ed è con le stelle della fronte dello Scorpione, che sono lucide e hanno natura di Saturno e di Marte, ed è con nemesi, presso la cuspide dell'ottavo luogo, posta per declinazione tra Saturno e Marte, non configurata a Giove, non alla Luna, è infelicissima. Venere governa la sorte delle nozze, che non significa solo ciò che concerne il matrimonio, ma significa in generale ogni unione e relazione e i modi di queste. E poiché la sorte delle nozze si trova con Marte, in luogo operoso in quanto angolare, significa necessariamente violenza, ingiuria, danno fisico. Poniamo ora la figura della rivoluzione dell'anno e diamone in modo conciso e schematico i giudizi. RIVOLUZIONE DELL’ANNO 1975
Il segno dell'anno cade per la maggior parte in Bilancia: lo Scorpione ne assume la signoria con due soli gradi che indicano non più di due mesi all'incirca. Il segno della Bilancia governa quindi fino a tutto il settembre del 1976. Venere è signora dell'anno e indica eventi della sua natura. Poiché è infelicissima in natività può indicare il bene soltanto se le configurazioni dell'anno sono assolutamente felici. Venere inoltre fa il suo ingresso nel segno dell'anno e questo significa l'importanza dell'evento. L'importanza, e il pericolo, sono inoltre prefigurati dalla presenza nel segno della Bilancia, in genitura, della testa del drago. Venere si configura a Marte per trigono nel mondo (meno di 125 gradi), a Saturno per equidistanza meridiana (entrambi gli astri distano 2 ore e 27 minuti dal culmine inferiore), a Giove per opposizione. Ha quindi familiarità con gli astri cui era configurata in genitura. Di queste figure, quella con Giove denota generalmente, la slealtà, la non sincerità degli amici o il venir meno del loro appoggio od amicizia; quella con Marte indica un evento di natura venerea, improvviso o senza causa antecedente, poiché Marte e Venere non sono configurati in genitura; indica inoltre la violenza, poiché Marte è con la Luna in un angolo; quella con Saturno indica il dolore, il pianto, la viltà dell'evento; e poiché Saturno è con eros e la sorte delle malattie, è chiara la natura dell'evento. L'altro astro che ha un diritto nell'anno è Marte, poiché, quanto ai tempi generali, il grado dell'oroscopo è giunto ai suoi confini, che sono gli ultimi due gradi del Toro. Marte è quindi divisore dell'oroscopo e sorge nella figura dell'anno con la Luna. In questa figura vi è l'allontanamento dai genitori, Marte avendo familiarità con la Luna e la Luna con il Sole. Se osserviamo lo spazio di perfezione che giunge alla Luna nell'anno, vediamo che è contrario al suo luogo natalizio. Di norma, sempre le perfezioni degli astri ai luoghi opposti sono significative di mutamenti e la natura del mutamento segue la natura dell'astro: questo astro è la Luna, quindi si tratta della convivenza, degli affetti, dello stato dell'animo e del corpo. Ma questo mutamento che il progredire ciclico suscita talora rimane impercettibile, talaltra si manifesta con grande forza. Per comprendere la forma reale che giunge in atto vi sono due modi: il primo è osservare lo spazio medesimo della perfezione dell'astro, l'altro consiste nell'osservare se quel medesimo astro si pone in modo operante nella figura dell'anno. Nel nostro esempio è il secondo modo che si produce. Diciamo quindi che il mutamento è forte: la Luna sorge nella figura dell'anno, onde di norma suscita forti commozioni, eccita, turba e inquieta (condizioni che gli astrologi greci indicano con meteorismo, che è rimasto nella nostra lingua come termine medico a indicare uno stato di tensione, particolarmente addominale). Infine, poiché la Luna è con Marte ed entrambi con stelle della natura di Marte, la loro compresenza significa un fatto violento. Il ciclo delle perfezioni percorre anche gli spazi dell'anno. L'anno tropico viene diviso in tredici porzioni uguali, ciascuna dell'ampiezza di 28 giorni, 2 ore e frazioni di ore. Non addentriamoci ora nelle perfezioni mensili e nelle rivoluzioni dei mesi, ci basti comprendere la necessità di giungere a questi spazi minori dell'anno per due motivi: l'uno consiste nell'ovvia determinazione del mese degli eventi, l'altro nella conferma dell'evento che l'astrologo ha congetturato. Nel nostro esempio: se Venere è significatrice dell'anno, Saturno è l'astro che l'offende nella rivoluzione e Saturno si presenta nei primi gradi del Leone con la sorte della malattia e quella di eros, diametralmente opposto a nemesi e transitando unitamente agli Asini e alla Greppia. Se l'astrologo compie questa identificazione di Saturno come l'astro che suscita la causa, può congetturare che l'evento giungerà quando la perfezione mensile giungerà a Saturno. Quindi, se ha conoscenza delle perfezioni e delle rivoluzioni di tutti i mesi dell'anno, può confrontarli tra loro e stabilire in quale mese accade l'evento e se la forma in cui l'evento è significato nel mese è commensurabile per qualità e forza alla forma che aveva precedentemente riscontrato nell'anno. Ora, la perfezione mensile giunge a Saturno all'inizio dell'undicesimo mese, quando lo spazio è compreso tra 16°43' del Cancro e 13°27' del Leone (vedi tabella) e nella rivoluzione del mese sorge il quinto grado dell'Acquario, Saturno è al tramonto e vi si oppone nell'undicesimo grado del Leone. Inoltre, eros, nemesi, la sorte del fondamento, opposte alla sorte della malattia, sono unite in Scorpione, dominate da Marte che è unito a Venere e a Mercurio nell'ottavo luogo. Diciamo quindi che il mese certifica l'evento e lo mostra in una forma commisurata a quella dell'anno. D'altro canto, il giorno della violenza, 30 agosto 1976, la Luna, che significa i giorni, transitava sulle tre sorti predette. * * * Nel terminare questa breve presentazione delle profezioni, ormai divenute perfezioni, diamo in forma schematica, direi risolutiva, i principi del metodo. I. Si devono compiere le direzioni degli astri e di tutti gli elementi della figura di natività e si osserva se vengono a compimento figure ed incontri. Se vi sono incontri, si osservi quale ingresso compie l'astro che forma incontro rispetto al significatore incontrato nella figura della rivoluzione annua:
Nota (1) - Se l'astro che fa incontro, testimonia il significatore nella natività, l'evento proviene da una causa remota. Esempio: se Giove incontra il Sole e lo testimonia in natività (o per figura o per essere il Sole in segni di Giove) ciò significa un onore che proviene al padre o ancora al figlio a causa del padre o della sua origine. Se Saturno incontra la Luna e la testimoniava nella natività, significa un danno al corpo che proviene da un cattivo temperamento originario, etc. Nota (2) - Se la testimonianza è in natività assente, sempre l'evento è minore e proviene sovente da causa nuova. II. Osservare in quali confini giungono i significatori, in particolare i cinque significatori tolemaici". a. notare in quale anno i signori dei confini hanno preso la signoria
III. Quando i signori dei confini dei cinque significatori "tolemaici" hanno forza di indicare qualcosa. Essi indicano sempre, ma la loro forza è grande quando:
Nota (1) - La forza maggiore di un divisore è quando egli è al contempo signore dell'anno. Allora le qualità di quell'anno seguono in tutto la natura del divisore e, in particolare, la natura del significatore cui il divisore è riferito. Esempio: Sia Marte signore dell'anno e sia anche divisore del Sole: le qualità dell'anno concerneranno in grande misura ciò che il Sole indica: onori, autorità, stima, persona paterna. Nota (2) - Quel divisore che è più potente nella rivoluzione mostra quali eventi sono i più cospicui nell'anno, secondo la natura del significatore cui è riferito: se è la Luna, il benessere fisico e morale, la madre, la sposa, la convivenza. Se è il mediocielo le attività, se è l'oroscopo il benessere fisico, il proprio ambiente di vita, se è la sorte di fortuna, le sostanze, le acquisizioni e ogni cosa deriva dalla propria professione. IV. Osservazioni sul signore dell'anno. Il signore dell'anno è l'interprete generale e dà all'anno la sua qualità. Esempio: se Saturno è signore dell'anno, diciamo che l'anno sarà povero. Ora, se Saturno in natività non è configurato ai benefici la povertà sarà certa, ma se è configurato ai benefici osserva se anche in rivoluzione vi sono queste figure, poiché allora l'anno non sarà povero.
Tutte queste condizioni indicano forza, beneficio, utilità, buon esito.
Esempio: se Giove è ben posto nei due tempi indica in quell'anno grandi onori e guadagni, il buon esito di quanto si intraprende. Se è mal posto in entrambi i tempi, significa che i benefíci non giungeranno e che il nativo si dispererà a causa loro. Se è ben posto in natività e mal posto in rivoluzione, significa il venir meno in parte di queste cose. Se è mal posto in natività e ben posto in rivoluzione, significa un beneficio non tanto grande. La grandezza del bene e del male segue la forza del signore dell'anno. |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||