Marco Fumagalli

 

Il Mio Amico Giuseppe.

 

 

Ho conosciuto Giuseppe Bezza nel gennaio del 1981, in occasione di un corso di “astrologia antica” da lui tenuto a Milano. Era la prima esperienza, per lui da docente, per me da allievo. Era da poco uscito il suo primo libro, L'astrologia - Storia e Metodi, che già faceva capire di che spessore fosse lo studioso che avevo davanti. L'impatto con concetti come ascensione obliqua, differenza ascensionale o distanza oraria fu traumatico. Giuseppe spiegava alla lavagna come avrebbe fatto un professore del '500, ma quelle formule rimanevano un mistero. Capii un po' più tardi, con l'aiuto di un globo celeste, strumento indispensabile per visualizzare i circoli e i moti della sfera. Alla fine del corso compresi che quella da lui insegnata era la vera astrologia, l'unica degna di attenzione perché fondata su solide basi astronomiche e filosofiche, e mi ci gettai anima e corpo. La collaborazione tra noi durò più di trent'anni e lentamente nacque un'amicizia profonda e sincera. Il suo Commento al Primo Libro della Tetrabiblos di Tolemeo è un capolavoro alla cui stesura ebbi l'onore di assistere da vicino, giorno per giorno.

Unimmo le nostre qualità migliori: la sua immensa conoscenza del mondo classico e dei suoi autori, la sua comprensione “dall'interno” della concezione aristotelica del cosmo (era come dialogare direttamente con un astronomo-astrologo medievale che aveva davanti tutta la tradizione classica), insieme alla mia dimestichezza con il computer e alla propensione a tradurre in formule e metodi ciò che lui esponeva a parole. Il risultato fu straordinario.

Ci vedevamo una o due volte alla settimana, lui da un lato della scrivania io dall'altro, con in mezzo il fedele Macintosh. Discutevamo di tutti gli argomenti astrologici, facendo scorrere fiumi di caffè e di inchiostro dalle nostre stilografiche. Fu così che presero corpo la Scuola di Astrologia Classica, i corsi on-line, e l'Associazione Cielo e Terra. Il suo lavoro di traduzione è stato enorme e lui lo metteva generosamente a disposizione di tutti coloro che mostravano interesse, purtroppo troppo pochi.

Dopo il perfezionamento di un software adeguato alle nostre esigenze, capimmo che la potenza e la precisione del calcolo confermava in modo impressionante quelle tecniche che ci erano giunte dall'antichità e che Giuseppe aveva ricostruito. I testi e i manoscritti da lui tradotti - e soprattutto compresi - dal latino, dal greco e poi dall'arabo, prendevano una nuova vita e mostravano tutto il loro valore. Fu un'esperienza emozionante per entrambi.

Ora tutto questo è passato e non tornerà. Avremmo potuto fare ancora molto, ma le cose sono andate così. Il vuoto che mi ha lasciato è incolmabile ma rimane il ricordo dell'amico, dello studioso, dell'animo più generoso e gentile che abbia conosciuto. Ciao, caro Giuseppe.

 

 

Marco